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La qualità del pubblico e del privato nella sanità italiana
La preview dei dati Aiop in occasione del Uehp Council meeting
Alice Basiglini, Ufficio studi e relazioni internazionali
Qual è il contributo dell’ospedalità privata al Servizio sanitario nazionale (SSN)? Qual è la qualità dei trattamenti e degli interventi delle strutture di diritto privato, nel confronto con le strutture di diritto pubblico?
In occasione dell’incontro Uehp di tutte le delegazioni europee delle Associazioni degli ospedali privati dei Paesi membri, AIOP ha presentato un’anticipazione dello studio condotto sugli esiti clinici delle strutture del SSN che ha riscosso grande interesse dei presenti.
Lo studio - condotto in collaborazione con AGENAS e che verrà a breve presentato e pubblicato nella sua versione completa e ufficiale – prende in considerazione gli standard qualitativi e quantitativi dell’assistenza ospedaliera, definiti nel DM 70 e sulla base del Programma Nazionale Esiti (PNE).
Per ciascuna componente – pubblica e privata – l’analisi valuta le strutture conformi e non conformi ai requisiti di efficacia, appropriatezza e sicurezza, consentendo non solo di identificare le differenze di performance in funzione della natura giuridica, ma anche e soprattutto la variabilità che si registra tra le stesse strutture di diritto pubblico e tra le stesse strutture di diritto privato del SSN.
Innanzitutto, emerge come significativo l’apporto dato dall’ospedalità privata in termini di prestazioni erogate, pensiamo per esempio agli interventi di chirurgia oncologica che, a seconda della neoplasia, vanno dal 23% al 29% dell’offerta totale.
In secondo luogo, si rileva la preoccupante eterogeneità interregionale e intraregionale negli esiti delle prestazioni ospedaliere: pensiamo per esempio alla necessità di re-intervenire chirurgicamente dopo un primo intervento conservativo per tumore maligno della mammella che, nel Lazio, va dallo 0,6% al 16,6% tra le strutture pubbliche e da 0,9% al 14,7% e, in Piemonte, va dallo 0% al 17,4% nel pubblico e dallo 4% al 8,9% nel privato accreditato.
Ancora una volta, i dati confermano la necessità di spostare il focus del dibattito pubblico e delle agende politiche dal discriminante della natura giuridica a quello della qualità e degli esiti dei servizi erogati ai pazienti. Un’istanza, questa, da sempre promossa dalla nostra Associazione.