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Notizie dalla Liguria

Riprende il dialogo Aiop-Aris con le Organizzazioni Sindacali

Il rinnovo del Contratto nazionale del personale non medico, che opera nella componente di diritto privato del Ssn è, da sempre, un’assoluta priorità per Aiop e Aris, e non è mai stato messo in discussione, nel rispetto dei legittimi interessi delle parti. A seguito dell’improvvisa interruzione delle trattative, avvenuta il 27 gennaio scorso, Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop e Padre Virginio Bebber, Presidente nazionale Aris, hanno avviato immediati contatti con tutti gli interlocutori istituzionali, ribadendo l'assoluta volontà di rispettare gli impegni assunti nei confronti degli oltre 100mila lavoratori che ogni giorno, con grande professionalità, consentono agli italiani di avere una risposta alla propria domanda di salute, tenuto conto delle esigenze delle strutture rappresentate.

Il cammino verso il rinnovo del CCNL del personale non medico ha compiuto un nuovo passo in avanti

Forte segnale di responsabilità da parte dell’Assemblea AIOP

L’Assemblea generale dell’Aiop, convocata a Roma il 22 gennaio u.s., per esprimersi sul tema del rinnovo del CCNL, ha ribadito la volontà di definire, in tempi rapidi, l’intesa per il rinnovo del contratto del personale non medico della componente di diritto privato del Ssn, nel rispetto degli accordi e dei risultati con le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali.
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Notizie Aiop Nazionale

Il nuovo DM Tariffe arriva in Conferenza Stato-Regioni
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Il nuovo DM Tariffe arriva in Conferenza Stato-Regioni

Dopo la prima versione diffusa a inizio 2022, il rivisto Decreto Tariffe torna sul tavolo delle Regioni e rischia una nuova bocciatura

Barbara Castellano, Relazioni Istituzionali della Sede nazionale

Si preannuncia un’altra fumata nera da parte della Conferenza Stato-Regioni per l’adozione del nuovo Decreto Tariffe, con il quale si aggiornano le oltre 3mila prestazioni di specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica.

Una prima versione del decreto, fortemente criticata da Aiop nei mesi passati, era già stata respinta dalle Regioni, poiché basata su una metodologia scientificamente errata che non teneva nella dovuta considerazione i costi realmente sostenuti.

Nella seconda versione del provvedimento alcuni valori tariffari sono effettivamente stati modificati, ma le differenze rispetto alla prima sono ben poche ad eccezione di alcuni codici che hanno subito un significativo aumento: a titolo esemplificativo il codice 69.92.7 per la "Fecondazione in vitro con o senza inseminazione".

È chiaro che occorre rivedere i sistemi tariffari adeguandoli ai maggiori costi di produzione, senza procedere a tagli lineari che, pur di coprire i costi dei nuovi LEA, mettono a rischio lo standard quali-quantitativo delle diagnosi, delle terapie e delle cure finora erogate. 

Esistono prestazioni innovative che devono essere garantite, in modo equo e omogeneo, a tutta la popolazione, ma l'intrapresa operazione di riduzione comporta una oscillazione, per le prestazioni in diminuzione, dal 30% all'80%, e non tiene nella dovuta considerazione aspetti essenziali come l’obsolescenza tecnologica delle attrezzature e la loro necessaria innovazione, in un quadro nazionale e internazionale che deve fare i conti con i drammatici effetti dell’inflazione e della pandemia, dei notevoli incrementi dei costi energetici e dell’aumento dei costi dei materiali di consumo, delle attrezzature e dei reagenti.

Di questo stesso avviso sono le Regioni, che già hanno espresso in Commissione Salute l'indisponibilità ad assumersi ulteriori costi in una fase già di per sè molto complicata per i loro bilanci.

Luca Coletto, Assessore alla salute e politiche sociali della regione Umbria, a tal proposito ha dichiarato: "La questione Decreto Tariffe è stata valutata attentamente in Commissione Salute e sono stati sollevati dubbi dalla regione Lombardia, ma non solo.
Il problema è che si fanno entrare in scena nuove tariffe, sulla finalità delle quali sia ben inteso sono d’accordo, ma l’obiettivo si ottiene abbassandone delle altre.
E questo non va bene, non si può tagliare in modo orizzontale.
Bisogna invece dare maggiori risorse alle Regioni che sono già in difficoltà dal punto di vista economico, visto e considerato che i 5 miliardi spesi per contrastare il Covid sono arrivati solo in parte, e che la partita contro il virus non è ancora finita. Non si può quindi aggiungere da una parte e tagliare dall’altra e dire che sono le Regioni che non vogliono cambiare il sistema”.

Insomma, correlare l’ampliamento della tutela alla decurtazione delle tariffe per le prestazioni di diagnostica strumentale e di laboratorio maggiormente diffuse è una scelta di contenimento e, in molti casi, di allarmante riduzione della spesa sanitaria, quando, invece, l’aggiornamento dei Lea del 2017 voleva configurarsi quale scelta di salute pubblica.

In allegato il Decreto ministeriale, la relazione tecnica e i relativi allegati. 

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