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Notizie dalla Liguria

Riprende il dialogo Aiop-Aris con le Organizzazioni Sindacali

Il rinnovo del Contratto nazionale del personale non medico, che opera nella componente di diritto privato del Ssn è, da sempre, un’assoluta priorità per Aiop e Aris, e non è mai stato messo in discussione, nel rispetto dei legittimi interessi delle parti. A seguito dell’improvvisa interruzione delle trattative, avvenuta il 27 gennaio scorso, Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop e Padre Virginio Bebber, Presidente nazionale Aris, hanno avviato immediati contatti con tutti gli interlocutori istituzionali, ribadendo l'assoluta volontà di rispettare gli impegni assunti nei confronti degli oltre 100mila lavoratori che ogni giorno, con grande professionalità, consentono agli italiani di avere una risposta alla propria domanda di salute, tenuto conto delle esigenze delle strutture rappresentate.

Il cammino verso il rinnovo del CCNL del personale non medico ha compiuto un nuovo passo in avanti

Forte segnale di responsabilità da parte dell’Assemblea AIOP

L’Assemblea generale dell’Aiop, convocata a Roma il 22 gennaio u.s., per esprimersi sul tema del rinnovo del CCNL, ha ribadito la volontà di definire, in tempi rapidi, l’intesa per il rinnovo del contratto del personale non medico della componente di diritto privato del Ssn, nel rispetto degli accordi e dei risultati con le Istituzioni e le Organizzazioni sindacali.
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Notizie Aiop Nazionale

La Sentenza n. 1099/2022 della Corte di Cassazione - Sezione Lavoro.
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La Sentenza n. 1099/2022 della Corte di Cassazione - Sezione Lavoro.

La specificità del patto di prova

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale

La Suprema Corte con la pronuncia in oggetto ha affrontato il caso di un lavoratore che aveva richiesto l’accertamento della nullità del patto di prova apposto al suo contratto di lavoro a tempo determinato, indicato con un mero rinvio per relationem alle mansioni di un determinato livello del CCNL di categoria senza indicazione specifica del profilo professionale  e la conseguente nullità del recesso datoriale intimato per mancato superamento della prova con condanna del datore di lavoro al risarcimento del danno commisurato alle retribuzioni che il lavoratore avrebbe percepito fino alla naturale scadenza del contratto.

La Corte d’Appello, confermando la precedente pronuncia di primo grado, con cui era stato accolto il ricorso del lavoratore, rilevava un importante elemento di incertezza in ordine alle mansioni richieste, oggetto della prova, in quanto “la declaratoria collettiva relativa alla posizione professionale di inquadramento della lavoratrice evocava fra i compiti di possibile adibizione, accanto a quelli di pulizia, lavori agli stessi “analoghi”, espressione che secondo la Corte di merito ampliava in maniera indefinita l’ambito delle mansioni in concreto riconducibili al livello considerato”.

La pronuncia veniva impugnata dalla società innanzi la Corte di Cassazione, la quale ribadiva il principio (analogamente, v. Cass. n. 9597/2017 e Cass. n. 11582/2014) secondo cui il contenuto delle mansioni sulle quali deve svolgersi la prova va specificato nel contratto individuale di lavoro e che il requisito della specificità è funzionale al corretto esperimento del periodo di prova ed alla valutazione del relativo esito che deve essere effettuato in ordine alla prestazione ed alle mansioni di assegnazione quali individuate nel contratto individuale. Specificava altresì che tale contratto può essere integrato “tramite il rinvio per relationem alle declaratorie del contratto collettivo con riferimento all’inquadramento del lavoratore, sempre che il richiamo sia sufficientemente specifico e riferibile alla nozione classificatoria più dettagliata, sicché, se la categoria di un determinato livello accorpi una pluralità di profili, è necessaria l’indicazione del singolo profilo, mentre risulterebbe generica quella della sola categoria”. Tale specificazione, dunque, secondo giurisprudenza consolidata, può avvenire anche mediante il rinvio alle declaratorie del contratto collettivo relative all’inquadramento del lavoratore, purché si tratti di un richiamo adeguatamente esplicativo delle mansioni di riferimento, che non privi cioè di concretezza l’indicazione dei compiti ai quali adibire il lavoratore.

Solo così, infatti, potrà essere “funzionale al corretto esperimento del periodo di prova ed alla valutazione del relativo esito che deve essere effettuata in relazione alla prestazione e mansioni di assegnazione quali individuate nel contratto individuale”.

Nel caso in esame, dunque, il rinvio, pur ammissibile, ai contenuti della qualifica e del livello di inquadramento del contratto collettivo di riferimento, corrispondenti a quelli attribuiti alla lavoratrice, all’esito della concreta verifica da parte dei giudici, è risultato non idoneo a conferire specificità al contenuto dei compiti sui quali avrebbe dovuto svolgersi la prova, facendo riferimento – come detto – oltreché ai compiti “di pulizia” anche ad altri “lavori agli stessi «analoghi»”, rendendo così indefinito l’ambito delle mansioni e quindi impossibile la riconducibilità ad uno specifico livello.

Per tali motivi, il ricorso datoriale veniva respinto.

 

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