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Notizie dalla Liguria

CCNL. Cittadini: “Bene l'apertura Ministro, sia così tempestivo anche per chi opera nelle strutture private”

Dichiarazioni pubblicate su Quotidiano Sanità lo scorso 23 novembre 2018

"L’apertura del Ministro Giulia Grillo alle richieste dei sindacati dei medici che operano nella componente di diritto pubblico del SSN, è un’ottima notizia. Chiediamo che possa essere attivato, con la stessa tempestività, un confronto anche con la componente del SSN di diritto privato, nella quale lavorano 12mila medici, 26mila infermieri e tecnici e oltre 32mila operatori socio-sanitari, che ogni giorno consentono di dare una risposta alla domanda di salute degli italiani, contribuendo, in modo determinante, all’offerta sanitaria del Paese”, lo dichiara Barbara Cittadini, Presidente Nazionale AIOP, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute.

Gdpr. Valutazione di impatto per i trattamenti transfrontalieri

Il Garante individua le operazioni a rischio

D’ora in poi, pubbliche amministrazioni e aziende italiane che effettuano trattamenti di dati volti ad offrire beni e servizi anche a persone residenti in altri Paesi dell’Unione europea avranno uno strumento in più per applicare correttamente il nuovo Regolamento sulla protezione dei dati. Il Garante per la privacy ha predisposto, come stabilito per le Autorità di controllo nazionali dal Gdpr, un elenco delle tipologie di trattamento che i soggetti pubblici e privati dovranno sottoporre a valutazione di impatto. L’elenco recepisce le osservazioni del Comitato europeo per la protezione dei dati al quale era stato sottoposto dal Garante per il prescritto parere.
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Notizie Aiop Nazionale

DEF 2018: dobbiamo tornare a investire in salute
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DEF 2018: dobbiamo tornare a investire in salute

Comunicato stampa del 27 aprile scorso

In merito al varo del Documento di economia e finanza varato dal Governo, sono intervenuti il Presidente della FNOMCEO, Filippo Anelli, e il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, Tonino Aceti.

Il Def 2018, approvato ieri dal Governo, pur non contenendo impegni programmatici per il futuro, che spetteranno al nuovo esecutivo, ma soltanto previsioni di spesa, ci preoccupa e ci rattrista per quanto riguarda la sanità: la previsione del rapporto tra spesa sanitaria e Pil presenta infatti un profilo crescente soltanto a partire dal 2022. Questo dato è una chiara rappresentazione dell’incapacità della politica di aumentare le risorse da investire nella sanità e nella salute dei cittadini: settori che, a quanto pare, non si ritengono meritevoli neppure di un mero allineamento con le previsioni di crescita del Pil.

Ci felicitiamo ovviamente di questa crescita economica, che porta finalmente a credere che l’Italia sia uscita dalla peggiore crisi del dopoguerra. Apprezziamo che, anche quest’anno, il Governo abbia prestato particolare attenzione e sensibilità rispetto all’analisi degli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes), che, per quanto riguarda la salute, non fanno che ribadire la situazione di deficit delle regioni del Mezzogiorno in termini di aspettativa di vita in buona salute, di obesità, e anche per ricchezza, occupazione, istruzione. Proprio su queste premesse ci saremmo aspettati un aumento del Fondo sanitario nazionale.

Un Paese che, pur in crescita, non investe sulla salute e sul benessere dei suoi cittadini, di tutti i suoi cittadini, calmierando le disuguaglianze, è un Paese il cui sviluppo è solo illusorio e di facciata. È un Paese che non può produrre risorse se non nell’immediato, può generare un momentaneo aumento dei consumi, ma non una vera crescita sostenibile e virtuosa: è la Salute la vera ricchezza del Paese. In un’ottica di questo genere, il nostro Servizio sanitario nazionale, così come lo conosciamo oggi, equo, sostenibile, solidale, non reggerà e dovremo trovare soluzioni alternative: non vogliamo pensare che questo sia il progetto della politica, in qualunque assemblamento sarà chiamata a governare.

Non può esserci Crescita senza Salute.

I 40 anni dall’istituzione del Servizio sanitario nazionale avrebbero meritato un DEF decisamente di rottura e cambio di rotta delle politiche di investimento per la salute dei cittadini e per la sanità pubblica. Purtroppo invece ancora una volta invarianza a ribasso.

Eppure le aspettative e i bisogni di salute dei cittadini si modificano, aumentano, non trovando purtroppo coerenza nelle risposte da parte delle Istituzioni. Un esempio su tutti. I nuovi Lea sono stati approvati da tempo con alla base un accordo tra lo stato e le regioni che richiamava l’indispensabilita di 115 mld per il 2018, al fine di garantire la loro concreta e uniforme attuazione. Siamo nel 2018 e possiamo contare su 113,4 mld, circa 1,5 mld in meno rispetto a quanto servirebbe. L’effetto? I nuovi Lea per una buona parte sono ancora un lontano miraggio per i cittadini e caratterizzati da forti disuguaglianze

Chiediamo quindi al Governo che verrà di tornare a investire sulla salute e sul benessere dei suoi cittadini, stanziando risorse che torneranno indietro moltiplicate in termini di benessere sociale. Ci aspettiamo altresì, da parte delle Regioni, una più equa distribuzione del Fondo sanitario nazionale, che tenga conto anche degli indici di deprivazione e non solo di parametri demografici.
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