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Notizie dalla Liguria

Manovra: stanziati 150 milioni, nel triennio 2019/2021, per ridurre le liste d’attesa

Negli ultimi anni, abbiamo avuto modo di rilevare come uno degli effetti più evidenti della costante, progressiva e ingravescente riduzione delle risorse sia stata una delle cause dell'incremento delle liste d'attesa per l'accesso alle prestazioni sanitarie. Un fenomeno percepito dai cittadini come una forte criticità del Ssn, in quanto compromette l’accessibilità e la fruibilità ai servizi necessari alla tutela della loro salute.

Cambiamento

Fra i più importanti atti governativi di questa complessa stagione si colloca certamente la nota di aggiornamento al DEF in approvazione in Parlamento l’11 ottobre.

Il 10 ottobre le Commissioni Affari Sociali della Camera e Igiene e Sanità del Senato hanno espresso i pareri favorevoli rispetto ai profili di interesse in ambito sanitario. Ciò che qui importa in maniera particolarmente rilevante è quanto contenuto nel parere presentato dal relatore, il Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato Sileri (M5S) sotto due profili.

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Notizie Aiop Nazionale

Parole dure e tentata aggressione nei confronti del superiore. Licenziato
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Parole dure e tentata aggressione nei confronti del superiore. Licenziato

Corte di Cassazione sez. IV Civile ordinanza n. 6402 del 15 marzo 2018

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale

Con l’ordinanza in esame la Corte di Cassazione affronta il caso di un lavoratore licenziato per aver dapprima attaccato verbalmente un collega, tentando poi di aggredirlo. In particolare, nei precedenti gradi di giudizio era stato appurato che l’ex dipendente aveva preso di mira il “responsabile del servizio”, prima con “attacchi verbali” e poi “con una tentata aggressione fisica”. L’episodio veniva ritenuto sufficiente dall’azienda per addivenire al licenziamento del lavoratore resosi protagonista della incivile condotta. E questa visione veniva poi condivisa dai giudici di merito che ritenevano non accoglibili le obiezioni proposte dal difensore del dipendente finito sotto accusa.
I Giudici della Cassazione, seguendo in pieno la linea tracciata in Tribunale e in Appello, pervengono alla conclusione che sia impossibile, in sostanza, parlare di “licenziamento illegittimo” e ciò in ragione della “gravità” dei comportamenti tenuti dal lavoratore. A questo proposito, i magistrati, condividendo il ragionamento fatto in Appello, ritengono “la sanzione aziendale proporzionata all’addebito”, specificando che è assolutamente irrilevante la riconducibilità o meno al quadro del contratto collettivo. Ciò che conta, specificano i Giudici, è “l’oggettiva gravità” dei comportamenti tenuti dal lavoratore, resi ancora più significativi dalle “precedenti contestazioni e sanzioni di carattere disciplinare” a suo carico, a prescindere dunque dal fatto che “il tentativo di aggressione” sia previsto o meno tra le sanzioni espulsive contemplate dal CCNL.
Né rileva – secondo la Corte - la mancata affissione del codice disciplinare, non essendo essa necessaria in tutti quei casi – tra cui quello in esame – nei quali il comportamento sanzionatorio sia immediatamente percepibile dal lavoratore come illecito perché contrario al c.d. minimo etico o a norme di rilevanza penale.
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