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Il Senato ribadisce l’esigenza di revisionare la normativa sui tetti di spesa
Il parere espresso in sede consultiva al Dl Energia è stato l’occasione per evidenziare come, nell’interesse dei pazienti, occorra che la revisione delle norme per l’accreditamento delle strutture debba essere accompagnata dalla conseguente revisione dell’art. 15, comma 14 del Dl 95/2012
Barbara Castellano, Relazioni Istituzionali della Sede nazionale
Nell'ambito dell'esame in sede consultiva del Dl Energia "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali", (S. 2588) già approvato dalla Camera dei deputati, la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha espresso parere favorevole con osservazioni al provvedimento.
Tra le osservazioni siamo lieti di rilevare, ancora una volta, come l’esigenza di superare i tetti di spesa imposti dalla spending review sia finalmente colta nella sua interezza nell’agenda parlamentare. Superare i tetti di spesa ex art. 15, comma 14 del Dl 95/2012, infatti, vorrebbe dire dare alle Regioni la possibilità di sfruttare il potenziale inespresso delle strutture di diritto privato del SSN per il recupero delle prestazioni non erogate e per arginare la rinuncia alle cure.
Come abbiamo avuto modo di ribadire in più occasioni, che si tratti di una norma emergenziale meritevole di un superamento è un’esigenza già nota al Legislatore che, proprio durante la pandemia, ha più volte avvertito la necessità di agire in deroga al limite sull’acquisto di prestazioni sanitarie di assistenza ambulatoriale ed ospedaliera da soggetti privati accreditati.
La 12a Commissione di Palazzo Madama ha così espresso quanto appena evidenziato:
“occorre prevedere, in sede di esame delle norme relative a revisione e trasparenza dell'accreditamento e del convenzionamento delle strutture di cui all'adottanda legge annuale per il mercato e la concorrenza 2021, che a tutti i contratti e a tutti i singoli accordi ai sensi dell'articolo 8-quinquies del decreto legislativo n. 502 del 1992 si applichi, nell'interesse dell'utenza, il sistema di valutazione quanti qualitativa, monitoraggio e controllo delle prestazioni erogate in regime di servizio sanitario nazionale (SSN) di cui all'articolo 21 del decreto-legge n. 4 del 2022, con conseguente revisione del comma 14, primo periodo, dell'articolo 15 del decreto-legge n. 95 del 2012, per il conseguente abbattimento delle liste di attesa con nuove regole di ingaggio degli erogatori, i quali dovrebbero essere tenuti a condividere effettivamente e in tempo reale le agende (pubblicate on line) e remunerati per una quota in ragione del pieno abbattimento delle liste di attesa (con obiettivo principale l'azzeramento delle inappropriatezze). Tale modello negoziale si integra con le nuove regole di ingaggio dei medici di medicina generale per l'effettivo sviluppo dell'assistenza territoriale nel SSN e con la valorizzazione della libera professione all'interno del SSN”;
Tra le altre osservazioni, peraltro, non deve sfuggire nemmeno come la sensibilità dei senatori riguardi anche la prospettiva di medio-lungo periodo nel finanziamento del SSN. Come si legge nel parere, infatti “l’ulteriore stanziamento necessario per far fronte alle maggiori spese straordinarie sostenute dalle regioni dimostra quanto sia necessario non fare passi indietro rispetto al finanziamento del SSN, che richiede peraltro ancora numerosi interventi di riforma”.
A questo LINK il resoconto della seduta.
A questo LINK il parere della Commissione.