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Notizie dalla Liguria

Aiop entra a far parte del Cluster Alisei

Parte la collaborazione con Advance Life Science in Italy per la condivisione di best practice italiane ed europee

L’Aiop, a seguito di domanda di adesione presentata il 7 febbraio e approvata il 17 aprile scorso, è entrata a far parte del Cluster Tecnologico Nazionale Alisei- Scienze della Vita. Nell'ambito del gruppo di lavoro, l'Aiop collaborerà alla Commissione direttiva delle Associazioni imprenditoriali, presieduta da Eugenio Aringhieri (CEO del gruppo Dompè).

L’Alisei (Advance Life Science in Italy), presieduto da Diana Bracco (Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Bracco), è il Cluster Tecnologico Nazionale Scienze della Vita, il cui obbiettivo è quello di promuovere l’interazione tra il sistema della ricerca, il tessuto imprenditoriale e produttivo e le istituzioni pubbliche nel settore della salute, che è un ambito strategico nel tessuto nazionale.

Difendiamo la libertà di scelta del cittadino

Editoriale del Presidente nazionale, Gabriele Pelissero

Mentre la nostra Associazione è concentrata sulla prossima tornata elettorale interna, sia nazionale che regionale (ed è giusto dedicare attenzione e passione alla nostra vita associativa), non mancano purtroppo insidie continue dall'esterno.
L'attività del Parlamento è ferma, e quella del Governo è ridotta all'ordinaria amministrazione (ma cosa significa veramente questa espressione?), ma la Conferenza Stato-Regioni è a lavoro.
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Notizie Aiop Nazionale

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COVID 19 - Dal Gruppo San Donato il Protocollo Post per guidare la Fase 2

La prevenzione che protegge i pazienti più fragili dal Coronavirus

Si chiama POST, il protocollo che sintetizza quattro principi fondamentali per guidare in sicurezza la fase 2: Prudenza, Organizzazione, Sorveglianza, Tempestività. A supportare questa definizione, c’è la preziosa evidenza scientifica di medici e ricercatori del Gruppo San Donato, che in questi tre mesi hanno ricoverato, osservato e curato più di 4.500 pazienti affetti da Coronavirus. Si tratta del contributo scientifico che l’Ospedale San Raffaele e tutto il Gruppo San Donato mettono a disposizione di Regione Lombardia, per supportare scelte di politica sanitaria che tengano conto del patrimonio di conoscenza scientifica ed esperienza clinica, maturato nella dura lotta all'epidemia.

In primis, la Prudenza, che ormai abbiamo fatto nostra, ma da adottare con maggiore consapevolezza specialmente nel ritorno alla socializzazione, sia per noi stessi sia per coloro che sono più fragili.

Grazie all’Osservazione clinica, i medici e i ricercatori del San Raffaele hanno individuato le categorie maggiormente a rischio di sviluppare le forme gravi di polmonite che necessitano il ricovero in TI, con possibili gravi complicanze, che si è osservato essere causate da una potente risposta immunitaria.
Le categorie maggiormente a rischio sono le persone sopra i 65 anni, con patologia oncologica attiva, pazienti ipertesi o con malattia coronarica. Aver identificato le persone più fragili, a rischio di sviluppare gravi forme di Covid, permette di monitorarle con maggiore attenzione, attraverso la Sorveglianza, gestita dalla medicina del territorio.

In questa fase il suo ruolo è centrale, non solo nel rapporto con il paziente, per l’attivazione di eventuali screening di prevenzione, ma anche per una rinnovata relazione con gli ospedali di riferimento.

Ed ecco infine la Tempestività, che va applicata sia nella cura a domicilio, sia in ospedale. Non è accettabile che un paziente con le caratteristiche di fragilità descritte e con febbre in corso, sia lasciato a casa in attesa di una risoluzione positiva dei sintomi. È fondamentale una presa in carico tempestiva da parte dell'ospedale. “Se un paziente viene curato precocemente, viene curato meglio", dice Alberto Zangrillo, primario di Terapia intensiva generale e cardiovascolare dell’Ospedale San Raffaele, evidenziando che "la terapia intensiva è la soluzione estrema, perché oggi con la conoscenza che abbiamo e l’uso di alcuni farmaci innovativi possiamo proteggere la popolazione di pazienti a maggior rischio di ricovero, complicanze e mortalità”.

Fondamentale è quindi costruire un’alleanza forte tra ospedali ad alta specializzazione e la medicina del territorio, per una ripartenza consapevole che non lasci indietro nessuno, anzi, che protegga i più deboli e che consenta quindi alle altre fasce della popolazione, un veloce ritorno alla normalità.
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