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Notizie dalla Liguria

La scomparsa del Presidente Gustavo Sciachì

Presidente nazionale Aiop dal 1985 al 2000

Lo scorso 25 marzo si è spento l’avvocato Gustavo Sciachì, presidente nazionale Aiop dal 1985 al 2000. Un lungo tratto di strada che rende evidente la grande stima e la fiducia che l’Associazione ha risposto nella sua persona. La sua presidenza ha attraversato il tratto più lungo dei 50 anni della storia dell’Aiop, incidendo profondamente sullo sviluppo dell’Associazione, portandola ad acquisire soprattutto maggiore credibilità e forza nel confronto con le istituzioni regionali e nazionali.

Vietato curarsi negli ospedali migliori

Intervista al Presidente nazionale, Gabriele Pelissero, pubblicata su Il Giornale

«Stiamo scivolando verso una situazione inaccettabile - lancia l'allarme Gabriele Pelissero, presidente dell'Aiop -. Invece di migliorare il livello medio nelle regioni che più zoppicano, si vogliono introdurre filtri e blocchi contro le realtà all' avanguardia. E in questo modo, senza che l' opinione pubblica sia stata informata, si toglierà a migliaia di pazienti il potere di scegliere i centri più evoluti. Penso alle migliaia di persone che oggi puntano a Nord per farsi impiantare una protesi all' anca o al ginocchio».

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Notizie Aiop Nazionale

Il Giuramento di Mattarella davanti alle Camere riunite in seduta comune
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Il Giuramento di Mattarella davanti alle Camere riunite in seduta comune

«Dobbiamo ricostruire l'Italia del dopo emergenza, no a ritardi e incertezze sulle urgenze del Paese».

Barbara Castellano, Relazioni Istituzionali della Sede nazionale

 

«Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione».

Questa la formula performativa con la quale il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso giovedì 3 febbraio, ha prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento riunito in seduta comune integrato dai delegati regionali che hanno partecipato all’elezione.

Il momento è coinciso con il rintocco delle campane di Montecitorio che suonano solamente in questa occasione e per due volte: la prima per accompagnare il viaggio del Presidente dalla sua abitazione alla Camera dei deputati, cessando appena il Presidente varca il portone di Montecitorio; la seconda non appena il Presidente della Repubblica ha pronunciato il solenne giuramento, quando anche il cannone del Gianicolo spara 21 colpi a salve. Il campanile torna quindi nel silenzio fino alla successiva elezione.

Sergio Mattarella, che come Napolitano sale al Colle per la seconda volta, ha accettato di assumere l’incarico a causa «dello stato di profonda incertezza politica e di tensioni, le cui conseguenze avrebbero potuto mettere a rischio anche risorse decisive e le prospettive di rilancio del Paese impegnato a uscire da una condizione di grandi difficoltà».

Nel suo accorato ed apprezzato messaggio di insediamento, il Capo dello Stato non ha mancato di evidenziare come la lotta contro il virus non sia ancora conclusa e come, sebbene la campagna di vaccinazione abbia molto ridotto i rischi, non ci siano consentite disattenzioni.

«È di piena evidenza come la ripresa di ogni attività sia legata alla diffusione dei vaccini che aiutano a proteggere noi stessi e gli altri.

Questo impegno si unisce a quello per la ripresa, per la costruzione del nostro futuro.

L’Italia è un grande Paese.

Lo spirito di iniziativa degli italiani, la loro creatività e solidarietà, lo straordinario impegno delle nostre imprese, le scelte delle istituzioni ci hanno consentito di ripartire. Hanno permesso all’economia di raggiungere risultati che adesso ci collocano nel gruppo di testa dell’Unione. Ma questa ripresa, per consolidarsi e non risultare effimera, ha bisogno di progettualità, di innovazione, di investimenti nel capitale sociale, di un vero e proprio salto di efficienza del sistema-Paese.  […]

La stabilità di cui si avverte l’esigenza è, quindi, fatta di dinamismo, di lavoro, di sforzo comune. […].

L’esempio ci è stato dato da medici, operatori sanitari, volontari, da chi ha garantito i servizi essenziali nei momenti più critici, dai sindaci, dalle Forze Armate e dalle Forze dell’ordine, impegnate a sostenere la campagna vaccinale: a tutti va riaffermata la nostra riconoscenza.

Questo è l’orizzonte che abbiamo davanti.

Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l’Italia del dopo emergenza.

È ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento.

Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano.

Un Paese che cresca in unità».

Il messaggio del Presidente, spesso interrotto dagli applausi dell’emiciclo, è stato solo uno dei momenti che costellano il cerimoniale dell’elezione.

Dopo l'esecuzione dell'Inno nazionale, infatti, ha passato in rassegna il reparto d'onore schierato con bandiera e banda su Piazza Montecitorio.

Al termine, il Presidente Mattarella, unitamente al Premier, Mario Draghi, si è recato al Vittoriano dove ha deposto una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto, mentre le Frecce Tricolori hanno sorvolato Piazza Venezia.

Il Capo dello Stato è, quindi, salito a bordo della Lancia Flaminia 335 con il Presidente del Consiglio, il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, e l’Aiutante di Campo per la Marina Militare, per recarsi a palazzo del Quirinale per la cerimonia di insediamento.

Disceso dalla Scala del Vittoriano, il Presidente della Repubblica ha ricevuto il saluto del Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

Comincia così il secondo settennato del Presidente Sergio Mattarella.

 

 

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