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Notizie dalla Liguria

La scomparsa del Presidente Gustavo Sciachì

Presidente nazionale Aiop dal 1985 al 2000

Lo scorso 25 marzo si è spento l’avvocato Gustavo Sciachì, presidente nazionale Aiop dal 1985 al 2000. Un lungo tratto di strada che rende evidente la grande stima e la fiducia che l’Associazione ha risposto nella sua persona. La sua presidenza ha attraversato il tratto più lungo dei 50 anni della storia dell’Aiop, incidendo profondamente sullo sviluppo dell’Associazione, portandola ad acquisire soprattutto maggiore credibilità e forza nel confronto con le istituzioni regionali e nazionali.

Vietato curarsi negli ospedali migliori

Intervista al Presidente nazionale, Gabriele Pelissero, pubblicata su Il Giornale

«Stiamo scivolando verso una situazione inaccettabile - lancia l'allarme Gabriele Pelissero, presidente dell'Aiop -. Invece di migliorare il livello medio nelle regioni che più zoppicano, si vogliono introdurre filtri e blocchi contro le realtà all' avanguardia. E in questo modo, senza che l' opinione pubblica sia stata informata, si toglierà a migliaia di pazienti il potere di scegliere i centri più evoluti. Penso alle migliaia di persone che oggi puntano a Nord per farsi impiantare una protesi all' anca o al ginocchio».

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Notizie Aiop Nazionale

Indagine conoscitiva emergenza-urgenza: Conferenza stampa Camera
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Indagine conoscitiva emergenza-urgenza: Conferenza stampa Camera

Mercoledì 22 maggio u.s., presso la sala stampa della Camera, si è svolta la conferenza stampa per presentare il risultato dell'indagine conoscitiva, svolta dalla Commissione Affari Sociali, sulla medicina di emergenza – urgenza e pronto soccorso.

Mercoledì 22 maggio u.s., presso la sala stampa della Camera, si è svolta la conferenza stampa per presentare il risultato dell'indagine conoscitiva, svolta dalla Commissione Affari Sociali, sulla medicina di emergenza – urgenza e pronto soccorso.

 Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Ministro della Salute, Orazio Schillaci:

  • E' stato un percorso lungo, complesso, molto attento. Si ribadisce l'importanza e l'attenzione verso questo tema che rappresenta una delle criticità del SSN. I risultati dell'indagine dimostrano che le emergenze da affrontare sono la carenza del personale, la scarsa attrattività del comparto, il sovraffollamento dei PS, gli accessi impropri e la sicurezza degli operatori.
  • Tra le priorità della relazione c’è il tema della sicurezza. Lo scorso anno sono state inasprite le pene e sono stati potenziati i sistemi di sicurezza. Il problema però è di natura culturale: occorre, quindi, uno sforzo culturale e su questo il Ministero è impegnato per diffondere la cultura del rispetto e della fiducia per gli operatori sanitari. 
  • Per quanto riguarda il sovraffollamento, la soluzione sta nel potenziamento della medicina territoriale e su questo ci sono i fondi del PNRR. Il PS oggi rappresenta molto spesso l’unico punto di riferimento del cittadino. Nel 2023, secondo un'indagine dell'Agenas, ci sono stati 18 milioni di accessi nei PS e, di questi, 4 milioni sono accessi impropri. Dall'indagine emerge che laddove sono attive le Case della Comunità, gli accessi impropri si sono ridotti in maniera significativa. Sarà essenziale il contributo dei medici di famiglia, che sono e restano il primo filtro per il cittadino.
  • Altra priorità assoluta è la riduzione delle liste di attesa. Si sta intervenendo con un provvedimento importante per fare in modo che tutti i cittadini abbiano sempre garantita l'erogazione delle prestazioni necessarie e nei tempi giusti.
  • E' stato avviato un percorso di riorganizzazione profonda che dovrà vedere ulteriori interventi e i risultati di questa indagine costituiscono un contributo molto utile per definire i prossimi passi.

 

 Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Presidente della Commissione Affari Sociali, Ugo Cappellacci:

  • I risultati dell’indagine riportano in modo analitico quelle che sono le cause del problema della medicina di emergenza-urgenza. In particolare, emergono la carenza di personale, i tempi di attesa e il sovraffollamento che dipendono dalla mancanza di posti letto e da un turnover lento, gli accessi impropri.

  • Ci sono una serie di situazioni che trovano il loro sbocco obbligato nei PS: con una medicina territoriale funzionante potrebbero essere filtrate e gestite meglio.

  • C'è una disaffezione alla professione: è difficile immaginare che un medico possa optare per delle condizioni di lavoro complicate con turni massacranti e difficilmente sostenibili.

  • Il cambiamento non può che essere sistemico ed è necessario che l’approccio sia multidisciplinare

  • L'indagine è una opportunità per migliorare il SSN e la sua resilienza. Il nostro servizio sanitario è una eccellenza nel mondo e in Europa, ma ha bisogno di manutenzione. 

 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Vicepresidente della Commissione Affari Sociali, Luciano Ciocchetti:
  • L’indagine conoscitiva ha rappresentato un impegno importante della Commissione. Il potenziamento della medicina del territorio è la prima questione che viene definita nella parte conclusiva del documento. Serve una continuità sempre più forte tra ospedale, territorio e domicilio: bisogna lavorare su questo e l’attuazione del PNRR aiuterà a definire un percorso volto a liberare i PS dagli accessi impropri. 
  • E' necessario che vi sia una correlazione più forte tra emergenza urgenza ospedaliera e extraospedaliera che non sempre funziona in maniera organica e organizzata.
  • Il tema della carenza del personale è centrale. Bisogna rendere più attrattiva questa attività.
  • E' necessario intervenire anche sulla diffusione di corrette informazioni ai cittadini che spesso non sanno dove e a chi rivolgersi. 
  • L’indagine servirà anche per elaborare una proposta normativa sul tema dell'emergenza-urgenza.
 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Presidente della Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAART), Antonino Giarratano:
  • Il concetto di emergenza-urgenza va rivisto alla luce di una riforma del territorio e del sistema ospedaliero. Se non si fa una riforma integrata, che parte del territorio e arriva all’ospedale, il problema non sarà risolto.
  • Una riforma e una riorganizzazione ridurrebbero l’impatto che in questo momento è devastante sulle aree dell’emergenza e dei PS.

 

  Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Direttore Generale di Agenas, Domenico Mantoan:

  • La popolazione ha bisogno di assistenza e in questo momento i PS sono i luoghi in cui il cittadino trova sempre un modo per essere assistito. Metà degli accessi nei PS sono inappropriati. 
  • Con le Case della Comunità abbiamo un modello organizzativo e attorno a questo modello c'è un consenso del territorio.
  • Sarà d’aiuto per la presa in carico del cittadino la cura a domicilio. L’investimento nella telemedicina consentirà al Medico di Medicina Generale e al Medico specialista di prendere in carico il cittadino che, a sua volta, non sentirà il bisogno di andare in PS.
  • Ci sono tutte le soluzioni e il sistema sanitario sarà migliorato.
  
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Presidente della Società Italiana degli Infermieri di Emergenza (SIIET), Andrea Andreucci:
  • Gli infermieri ci sono e hanno bisogno di essere valorizzati. Se non si dà un riconoscimento sociale a questi professionisti, andremo incontro ad una riduzione degli iscritti ai corsi di laurea. Se non si creano ulteriori percorsi formativi, come una laurea magistrale a indirizzo clinico, probabilmente andremo incontro ad una contrazione di queste risorse che sono la spina dorsale del sistema.
  • Una riforma del sistema di emergenza urgenza è assolutamente necessaria, le professioni, le competenze, le tecnologie si sono evolute, è cambiata la cittadinanza. Bisogna ripensare al sistema partendo dalle basi, un sistema integrato con la medicina del territorio. 
 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Segretario nazionale ANAAO Assomed, Pierino Di Silverio:
  • Finalmente si comincia ad andare in un’ottica di collaborazione e condivisione. L’emergenza e i PS hanno rappresentato per anni ammortizzatori sanitari. 
  • Sono tre i fattori sui quali agire: organizzativo, personale, infrastrutturale. Da un punto di vista infrastrutturale, uno sforzo può essere fatto con gli 11 miliardi nelle casse delle regioni che potrebbero servire anche ad un rinnovo dei PS (non solo quindi con i soldi del PNRR).
  •   E' una questione di riforme: se riuscissimo ad affrontare anche altre problematiche della sanità con questo modello di lavoro, si ridurrebbero molte tensioni politiche e professionali.
 
Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Segretario regionale del Lazio di Cittadinanzattiva, Elio Rosati:
  • Dobbiamo ringraziare gli operatori sanitari di tutti i livelli e dobbiamo ragionare su un modello nuovo dove l'equipe multidisciplinare diventi la normalità e bisogna attivare dei percorsi di organizzazione di presa in carico per patologia e che siano poi monitorati. La medicina del territorio deve lavorare assieme alla medicina ospedaliera.     
  •  È necessario lavorare in modo stringente tra tutti i settori grazie anche all’informatizzazione dei dati. 
  • E' stata insediata presso il Ministero della Giustizia una Commissione sulla medicina difensiva e esperti del settore hanno parlato di dati al ribasso: le aziende ospedaliere e le ASL accantonano 13 miliardi di euro all'anno per la medicina difensiva. Si propone di utilizzare queste risorse per il personale sanitario, dispositivi medici e farmaci innovativi. I soldi però devono essere vincolati solo a queste 3 o, eventualmente, 4, categorie di spesa e non ad altro.

 

Di seguito una sintesi delle principali dichiarazioni del Presidente della Società Italiana di Medicina d'Emergenza-Urgenza (SIMEU), Fabio De Iaco:

  • Le riforme avranno bisogno di lunghi tempi ma vi sono delle priorità, come il fenomeno del boarding e la soluzione sta nel territorio.
  • In questo momento più che il personale sanitario vanno premiate le scelte degli specializzandi: chi oggi fa la specializzazione in medicina di emergenza-urgenza non può avere di fronte lo stesso trattamento di chi sceglie altri rami della medicina. Bisogna partire da qui. Risolvere il problema del personale significa anche ridiscutere una riforma della scuola di specializzazione che negli ultimi decreti viene un po’ svuotata di significato. La scuola di specializzazione in emergenza-urgenza dovrebbe rientrare in una riforma sostanziale in accordo con l’università mettendo gli specializzandi all'interno del SSN non appena possibile.
  • La medicina dell’emergenza-urgenza oggi è anche la medicina delle necessità e non può essere così. 
 

QUI il documento approvato martedì 21 maggio u.s. dalla Commissione Affari sociali della Camera.

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