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Notizie dalla Liguria

Professioni sanitarie. Firmato il decreto attuativo che istituisce i nuovi albi

Decreto attuativo della legge n. 3 del 2018

È stato firmato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin il primo decreto attuativo della legge n. 3 del 2018, meglio conosciuta come la legge che ha riformato il sistema ordinistico delle professioni sanitarie in Italia. Si tratta del decreto che istituisce gli albi delle 17 professioni sanitarie, fino ad oggi regolamentate e non ordinate, che entreranno a far parte dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Dalla privacy alla cybersecurity, le strutture cercano nuove figure

AAA cercasi ortopedici, anestesisti, geriatri e fisiatri. Ma anche figure nuove per la sanità italiana

AAA cercasi ortopedici, anestesisti, geriatri e fisiatri. Ma anche figure nuove per la sanità italiana, in grado di tutelare la privacy e i dati sanitari dei pazienti, o difendere le strutture dai cyberattacchi informatici. La sanità sta cambiando volto, anche quella privata. "Con l'espansione del settore delle cure per gli anziani, negli ospedali e nelle Rsa queste figure tradizionali sono molto richieste. Ma accanto a loro vediamo anche emergere la domanda di professionalità nuove, con competenze trasversali". Parola del direttore generale di Aiop, Filippo Leonardi, che con l'Adnkronos Salute fa il punto sulle professioni più gettonate dalle aziende e dai gruppi del settore nel nostro Paese.
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Notizie Aiop Nazionale

Ssn, Corte dei Conti: “Decisioni e investimenti non sono più rinviabili per garantire il diritto alla salute”
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Ssn, Corte dei Conti: “Decisioni e investimenti non sono più rinviabili per garantire il diritto alla salute”

Giovedì 27 giugno u.s. è stato presentato a Roma il Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023.

"Il sistema sanitario è afflitto da numerosi problemi, tra cui quello delle lunghe liste di attesa per le prestazioni rese in ambito pubblico, su cui è intervenuto di recente il Governo con il decreto-legge n. 73 del 7 giugno scorso e con un disegno di legge pure finalizzato a garantire il diritto alle prestazioni sanitarie. Ritengo, peraltro, che siano necessari ulteriori interventi; il sistema sanitario, infatti, dopo aver sostenuto uno sforzo corale per limitare gli effetti della pandemia, soffre di una crisi sistemica – accentuata dalla 'fuga' del personale sanitario, non adeguatamente remunerato – cui si deve rispondere con decisioni ed investimenti non più rinviabili, nei campi dell’organizzazione, delle strutture, della formazione e delle retribuzioni, al fine di garantire effettività al diritto alla salute".

Così Pio Silvestri, Procuratore generale Corte dei Conti, durante il Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023, presentato giovedì 27 giugno u.s. a Roma. Silvestri poi sul problema delle liste d'attesa ha evidenziato la necessità di ulteriori interventi.

Nella Relazione, al capitolo riguardante il Ministero della Salute si legge: "Nell’esercizio finanziario 2023 lo stato di previsione del Ministero della salute presenta una dotazione finanziaria iniziale di competenza pari 3.347 milioni, a fronte dei 2.727 milioni del 2022 (+23 per cento); un incremento che è riconducibile al finanziamento di 650 milioni previsto dalla LB per il 2023, destinato all’acquisto dei vaccini anti Sars-CoV-2 e dei farmaci per la cura dei pazienti con Covid. Al netto di tale importo straordinario le previsioni iniziali per il 2023 si assestano a 2.697,2 milioni e registrano una lieve flessione rispetto al 2022 (- 1,1 per cento). Stabile la spesa corrente, quella in conto capitale flette del 3,7 per cento.

La struttura dello stato di previsione del Ministero della salute riflette quella del 2022 e si articola in 3 missioni e 16 programmi. L’80 per cento delle risorse sono riversate nella missione “tutela della salute” (il 75 per cento nel 2022) e il 17 per cento nella missione relativa alla “ricerca e all’innovazione” (il 21 per cento nel 2022). Nelle linee programmatiche dell’atto di indirizzo sono definite 10 priorità politiche, cui sono associati 22 obiettivi strategici e 35 obiettivi operativi. Tra le priorità strategiche, sono le aree di policy connesse al rafforzamento del sistema di prevenzione a garanzia del benessere del cittadino (priorità politica I) e alla riduzione delle disuguaglianze tra regioni in materia di erogazione di prestazioni sanitarie rientranti nei Lea (priorità politica IV) ad assorbire le risorse maggiori.

Nelle previsioni definitive (al netto degli importi straordinari per i vaccini), la spesa corrente registra un consistente aumento (+8,2 per cento), mentre la spesa in conto capitale flette del 5,6 per cento. In corso di gestione - si legge - la missione 'tutela della salute' raggiunge i 2.506,8 milioni, in crescita dell’8,7 per cento rispetto al 2022 mentre la missione 'ricerca e innovazione' si riduce del 12,5 per cento a 552,2 milioni. Nell’ambito della missione 20 oltre il 92 per cento delle risorse sono destinate ai tre programmi principali: la 'Programmazione del Servizio Sanitario Nazionale per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza', le cui previsioni definitive sono pari a 951,3 milioni (+12,1 per cento rispetto al 2022), la 'Vigilanza sugli enti e sicurezza delle cure', pari a 943,6 milioni (+12,1 per cento) e il programma 'Prevenzione e promozione della salute umana ed assistenza sanitaria al personale navigante e aeronavigante', con stanziamenti definitivi pari a 410,1 milioni in seppur limitata flessione (-2,6 per cento rispetto al 2022).

La capacità di impegno migliora in misura consistente nella missione 'Ricerca e innovazione', dove raggiunge pressoché la totalità delle risorse, mentre peggiora in riferimento alla missione tutela della salute (all’88 per cento, -4 punti rispetto al 2022) e rimane sostanzialmente invariata nella missione 32. Immutata nel complesso la capacità di finalizzazione della spesa ma come risultato di una forte crescita di quella della Ricerca e innovazione (dal 65 all’80 per cento i pagamenti totali sulla massa spendibile) e di una flessione della Tutela della salute (dal 41 al 38 per cento).

Al centro dell’attività dei principali programmi della missione “Tutela della salute” è anche nel 2023 il recupero in qualità e quantità delle prestazioni sacrificate durante l’emergenza sanitaria. Particolare attenzione nell’esercizio è stata rivolta al monitoraggio e alla valutazione dello stato di avanzamento dei Piani di prevenzione e del raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano nazionale di prevenzione (PNP) 2020-2025. Secondo quanto riportato sulla piattaforma dell’Iss, tutte le regioni (ad eccezione della Sardegna) hanno ottenuto una certificazione positiva (almeno il 60 per cento degli indicatori hanno raggiunto il valore atteso).

In termini di coperture vaccinali (CV), "significativo" è stato il recupero nel 2022 (ultimo anno per cui si dispongono i dati). Segnano tuttavia ancora ritardi le vaccinazioni in età prescolare e quelle agli 8 anni, che registrano valori ben lontani rispetto all’obiettivo del 95 per cento per i richiami.

Per quanto riguarda i LEA  "emerge un arretramento delle performance regionali rispetto all’esercizio precedente. Le Regioni che raggiungono un punteggio di “sufficienza” in tutte e tre le macroaree scendono a 13 nel 2022 (14 nel 2021). Persistono ritardi nell’aggiornamento dei LEA. La Commissione ha proseguito nell’esame delle richieste di aggiornamento, ma occorre attendere l’entrata in vigore del decreto interministeriale che definisce le tariffe massime, inizialmente attesa per il 1° gennaio 2024 e poi rinviata al 1° gennaio 2025 soprattutto per l’opposizione degli ambulatori privati accreditati che hanno lamentato l’inadeguatezza di molti rimborsi".

Sulle liste d’attesa; "il monitoraggio al primo semestre del 2023 restituisce un quadro composito dove a recuperi incoraggianti si accompagnano ancora situazioni onerose. A febbraio 2024 hanno preso avvio i lavori del Tavolo tecnico in tema di elaborazione ed operatività del Piano Nazionale di Governo delle Liste d’Attesa 2024-2026 e a inizio giugno con il d.l. del 7 giugno 2024, n. 73 sono state disposte nuove misure per il superamento delle difficoltà di accesso alle prestazioni ancora rilevanti".

Un percorso particolare ha riguardato le cure palliative e la terapia del dolore. "Un’analisi dell’Agenas ha fatto emergere ritardi nell’attuazione delle reti in entrambi gli ambiti. Con particolare riferimento alle cure palliative, nel 2022, secondo gli indicatori del Nsg dei Lea, solo 8 Regioni risultavano sopra la soglia di sufficienza per quanto riguarda il numero di deceduti per causa di tumori assistiti dalla rete di cure palliative; nella media nazionale tale assistenza raggiungeva appena il 37 per cento della popolazione. Con la legge di bilancio per il 2023 si è previsto il potenziamento delle reti regionali per giungere, entro il 2028, alla copertura del 90 per cento della popolazione interessata; si registrano ritardi anche nella presentazione dei Piani per l’attuazione dei programmi regionali, che costituiscono adempimento ai fini dell’accesso al finanziamento integrativo".

Per quanto riguarda l’estensione degli indennizzi a coloro che abbiano riportato lesioni o infermità a causa della vaccinazione anti Sars-CoV-2, "l’onere valutato in 50 milioni per l’anno 2022 e in 100 milioni annui a decorrere dall’anno 2023 si è dimostrato ampiamente sopravvalutato", certifica la Corte dei Conti.

"Progressi" sono stati invece registrati sul fronte del fascicolo sanitario elettronico (Fse) che, secondo gli obiettivi dei progetti finanziati in ambito PNRR, entro il 2025 dovrà essere alimentato dall’85% dei medici di base e dovrà essere utilizzato da tutte le Regioni e PA.

Sul tema degli specializzandi in medicina, si spiega come, con il passaggio da 10.035 posti nell’anno accademico 2018/2019 a 18.133 posti nel 2023/2024, il cosiddetto imbuto formativo "sembrerebbe ora superato". Tuttavia, "rimanee irrisolta la criticità relativa alla distribuzione dei contratti, con alcune specializzazioni meno attrattive rispetto a quelle con maggiori sbocchi lavorativi nel settore privato e nella libera professione".

Anche per i corsi di laurea in scienze infermieristiche, i posti sono aumentati da 14.758 nell’anno accademico 2018/2019 a 20.134 nel 2023/2024; essi restano comunque insufficienti, con un divario pari a circa il 20 per cento rispetto al fabbisogno stimato dall’Accordo Stato-Regioni.

Sul fronte del personale "sono proseguite le procedure di stabilizzazione avviate nel 2021, che nel 2023 hanno riguardato un totale di 11.279 unità di personale. Nonostante gli interventi messi in atto per contrastare la crisi del personale, persiste il problema della maggiore attrattività del privato dovuta a salari mediamente più elevati non solo all’estero (dove in molti casi sono il doppio rispetto all’Italia), ma anche nelle diverse parti del Paese. Centrale appare quindi investire sulla capacità del Ssn di trattenere il personale sanitario impiegato, soprattutto i più giovani, e attrarre parte di quello che oggi ha trovato un impiego all’estero".

Si segnala, infine, come sotto il profilo contabile, il bilancio per il 2024 "contempla stanziamenti pari a 2,4 miliardi in riduzione dell’11 per cento rispetto al dato del 2023 (al netto delle spese per vaccinazioni e farmaci per la cura di pazienti affetti da Sars-CoV-2 che ha interessato esclusivamente la gestione 2023)".

 

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