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Notizie dalla Liguria

Storica apertura di Confindustria alla filiera della salute

Presentato il Rapporto annuale sulla filiera della salute

La “white economy” è ormai un potente driver dell’economia italiana che contribuisce al Pil nazionale per il 10,7%, dando lavoro ad oltre 2,4 milioni di persone, pari a circa il 10% dell’occupazione complessiva. Una filiera pubblica e privata, quella della salute, che produce qualità della vita portando l’Italia ai primi posti nel mondo per numero di anni vissuti senza malattie o infortuni. Che contribuisce alla ricchezza nazionale. E che ha il vantaggio di essere anticiclica, come dimostrano gli aumenti a due cifre messi a segno in questi anni di crisi su export, fatturato e valore aggiunto. É questa la fotografia che emerge dal Rapporto di Confindustria sulla filiera della salute, presentato mercoledì mattina a Roma, e realizzato insieme alle Associazioni confederali di categoria che rappresentano la filiera stessa, tra cui Aiop, Assobiomedica, Farmindustria, Federchimica e Federterme.

Via Irpef nelle Regioni risanate e Titolo V da modificare

«Le Regioni uscite dal Piano di rientro e che hanno raggiunto il pareggio di bilancio, non hanno più nessuna ragione di mantenere una super aliquota Irpef che era stata pensata per coprire il deficit nella sanità e che pesa tantissimo sui cittadini».
Questa è la posizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta alla trasmissione radiofonica Radio anch' io su Radio Rai 1.
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Notizie Aiop Nazionale

Cittadini (Aiop): “Necessario sospendere la disciplina concorrenziale”
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Cittadini (Aiop): “Necessario sospendere la disciplina concorrenziale”

Barbara Cittadini, Presidente AIOP Sicilia, commenta così l’approvazione della Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, avvenuta in doppia lettura al Senato giovedì 12 dicembre.

Come rappresentati della componente di diritto privato del Servizio sanitario nazionale e regionale non possiamo che plaudire alla sospensione della disciplina concorrenziale in sanità, finalizzata ad una sua revisione complessiva. Un intervento opportuno e non rinviabile sul quale, tuttavia, abbiamo letto tutto, meno che la verità”.
Barbara Cittadini, Presidente AIOP Sicilia, commenta così l’approvazione della Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, avvenuta in doppia lettura al Senato giovedì 12 dicembre.
In particolare, l’articolo 36, sospende l’efficacia delle disposizioni in materia di accreditamento e stipulazione di accordi contrattuali con il SSN fino agli esiti del Tavolo di lavoro per lo sviluppo e l’applicazione del sistema di accreditamento nazionale e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2026. La Legge, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è appena entrata in vigore.
"Quando la narrazione, dalla Sicilia all’intero Paese, ruota attorno a concetti come “oligopolio” e parifica questa, indispensabile, misura a quelle relative alle concessioni balneari o ai trasporti locali, trascura colpevolmente la natura, l’assetto regolatorio e le caratteristiche proprie dei nostri SSR, che presentano una natura fortemente regolata e che non sono strutturati in base a criteri di mercato ma a criteri di servizio pubblico di erogazione delle prestazioni a carico dello Stato.
La conseguenza è che, con la Legge 118/2022, contrariamente e insanabilmente in contrasto rispetto a quanto previsto dalla direttiva europea, che all’art. 2.2 lett. f) della Direttiva Bolkestein che esclude dal proprio ambito di applicazione i servizi sanitari, ad essere messo a gara è il diritto alla salute di tutte e di tutti.
Nonostante questo, di per sè sufficiente a comprendere il perchè questo settore sia stato escluso a livello europeo, occorre precisare che come imprenditori non possiamo, ontologicamente, essere contrari al concetto di concorrenza.
Siamo
– precisa la Presidente AIOP Sicilia – contrari a regole e criteri indefiniti e manifestamente illogici. Criteri, in questo caso, potenzialmente pericolosi in termini di qualità di prestazioni e cure che siamo in grado di erogare alla popolazione, alla quale non potremo nemmeno più assicurare continuità assistenziale.
Quando la concorrenza implica, ad esempio, una gara a ribasso con sconti tariffari si traduce, inevitabilmente, in una riduzione della qualità delle cure garantite agli utenti.
Soprattutto se si legge tutto questo nell’ottica di un sistema nel quale gli erogatori sono remunerati sulla base di tariffe datate e anacronistiche e sono soggetti a tetti di spesa che, quest’anno, per la prima volta dopo oltre dodici anni, sono stati lievemente rivisti.
Del tutto incongrua ed inidonea – l’incertezza della periodicità degli affidamenti – ad assicurare la continuità delle prestazioni assistenziali ai pazienti e la corretta valutazione del rischio d’impresa che richiede una attenta riflessione, oltre che sul valore degli investimenti effettuati (siano essi tecnologici od occupazionali), anche, sul tempo necessario al loro ammortamento che, sicuramente, non può coincidere con la programmazione di breve periodo.
Quando parlo di rischio per la continuità assistenziale mi riferisco, anche, alla possibilità che sia leso il diritto alla libera scelta del luogo di cura da parte dei pazienti che, da un giorno all’altro, potrebbero essere costretti a spostarsi dal luogo di cura prescelto, dirottati – non per loro volontà – verso altre strutture.
Da queste poche considerazioni emerge chiaramente l’effetto che se non corretto rischia di essere marcatamente distorsivo della nuova disciplina della concorrenza in sanità, che interviene su quello che non può nemmeno essere chiamato libero mercato.
Ecco la ragione per la quale è necessario prestare massima attenzione a livello nazionale e regionale.
Noi, come strutture siciliane dirette destinatarie di questi interventi, siamo, come sempre, disponibili a collaborare con l’Assessorato, che già aveva istituito un gruppo di lavoro sul tema, affinchè si riesca a salvaguardare la sostenibilità di tutte le strutture, che operano ingenti investimenti tecnologici al fine di assicurare i più alti standard di efficacia delle cure, così salvaguardando la tenuta, anche qualitativa, del nostro SSR. La revisione complessiva e l’individuazione dei principi di riforma dell’intera normativa è indispensabile non solo per la sostenibilità delle nostre aziende ma per la tutela del diritto alla salute della popolazione
”, conclude Barbara Cittadini.

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