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Notizie dalla Liguria

Storica apertura di Confindustria alla filiera della salute

Presentato il Rapporto annuale sulla filiera della salute

La “white economy” è ormai un potente driver dell’economia italiana che contribuisce al Pil nazionale per il 10,7%, dando lavoro ad oltre 2,4 milioni di persone, pari a circa il 10% dell’occupazione complessiva. Una filiera pubblica e privata, quella della salute, che produce qualità della vita portando l’Italia ai primi posti nel mondo per numero di anni vissuti senza malattie o infortuni. Che contribuisce alla ricchezza nazionale. E che ha il vantaggio di essere anticiclica, come dimostrano gli aumenti a due cifre messi a segno in questi anni di crisi su export, fatturato e valore aggiunto. É questa la fotografia che emerge dal Rapporto di Confindustria sulla filiera della salute, presentato mercoledì mattina a Roma, e realizzato insieme alle Associazioni confederali di categoria che rappresentano la filiera stessa, tra cui Aiop, Assobiomedica, Farmindustria, Federchimica e Federterme.

Via Irpef nelle Regioni risanate e Titolo V da modificare

«Le Regioni uscite dal Piano di rientro e che hanno raggiunto il pareggio di bilancio, non hanno più nessuna ragione di mantenere una super aliquota Irpef che era stata pensata per coprire il deficit nella sanità e che pesa tantissimo sui cittadini».
Questa è la posizione del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervenuta alla trasmissione radiofonica Radio anch' io su Radio Rai 1.
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Notizie Aiop Nazionale

Quali sono le condizioni affinché sia legittima l’attribuzione di mansioni inferiori agli infermieri?
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Quali sono le condizioni affinché sia legittima l’attribuzione di mansioni inferiori agli infermieri?

Cass. Sez. Lav. n. 12139 dell’8 maggio 2025.

Sonia Gallozzi, consulente giuslavorista Sede Nazionale

La recente pronuncia in commento affronta il caso di alcuni infermieri dipendenti di una ASL risarciti per essere stati adibiti a mansioni inferiori di OSS (trasporto malati, riordino letti, cure igieniche, cambio pannoloni, etc…) in maniera “costante e sistematica” e per “buona parte della giornata lavorativa”.

La Corte di Cassazione, cui ricorreva il datore di lavoro, pur non accogliendo nel caso di specie i motivi di gravame e confermando, conseguentemente, la domanda di accertamento di demansionamento formulata dai suddetti infermieri, ha tuttavia chiarito in maniera dettagliata quali siano le condizioni che debbono sussistere perché l’attribuzione di mansioni inferiori agli infermieri possa ritenersi legittima.

Gli Ermellini sono infatti partiti dall’assunto che “sul piano giuridico, non vi è dubbio che la richiesta agli infermieri di attività proprie degli OSS non sia a priori illegittima, in quanto essa trova fondamento nei doveri di flessibilità del lavoratore rispetto all'utilità della controparte, oltre che di leale collaborazione nella tutela dell'interesse pubblico sotteso all'esercizio della sua attività (Cass. 17 settembre 2020, n. 19419; v. anche l'art. 49 del Codice Deontologico citato dalla ricorrente, secondo cui "l'infermiere, nell'interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera")”.

Indi, si legge in sentenza che “deve trattarsi…. di attività che non esprimano contenuti professionali del tutto estranei rispetto ai compiti propri dell'infermiere” e che “la richiesta di tali prestazioni deve rispondere ad un'esigenza organizzativa, operativa o di sicurezza concreta e non dunque a scelte estemporanee o a pretese di lavoro di livello inferiore pur in presenza di disponibilità del personale della categoria pertinente (ancora Cass. 19419/2020)”.

La Corte ritorna quindi sull’ormai consolidato principio della “non prevalenza” delle mansioni inferiori, da intendersi come marginali o di scarso e limitato rilievo quantitativo rispetto a quelle di effettiva pertinenza, specificando che, quando tale marginalità non ricorra, ed ossia la consistenza dell’attività di livello inferiore sia più ampia, fermo restando che deve comunque esservi prevalenza delle mansioni qualificanti dell’inquadramento (che, cioè, non siano completamente estranee alla professionalità dell’infermiere), quelle inferiori debbono avere carattere meramente occasionale.

La pronuncia, nel caso che ci occupa, ha sì riconosciuto il demansionamento, ma in quanto “pur emergendo in sede testimoniale l'adibizione degli infermieri prevalentemente all'attività loro propria, tuttavia ad essi "negli anni" erano state chieste le prestazioni proprie degli OSS, anche secondo le corrispondenti declaratorie collettive, quali "il trasporto dei malati, il riordino dei letti, il rispondere ai campanelli, la cura delle incombenze igieniche dei pazienti, il cambio dei pannoloni, il portare la padelle ed i pappagalli e indi svuotarli e pulirli" e ciò in via "affatto marginale e sporadica, né di breve periodo, sibbene costante e sistematica, siccome svolta quotidianamente e per buona parte della giornata lavorativa".

 

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