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Notizie dalla Liguria

Al privato la gestione degli ospedali pubblici disfunzionali

Intervista del Presidente nazionale Gabriele Pelissero pubblicata da Adnkronos Salute

Una proposta 'targata' sanità privata per una maggiore efficienza del sistema sanitario, destinata a far discutere. "Gli ospedali pubblici disfunzionali, che in un piano triennale le Regioni non riescono a risanare, siano affidati al privato per il rilancio". Lo afferma all'Adnkronos Salute Gabriele Pelissero che sottolinea: "Questa è la proposta di Aiop. Una proposta che richiede un confronto, certo. Ma la politica scelga chi eroga prestazioni a un prezzo più basso, salvaguardando la qualità". La costellazione delle aziende associate lungo la Penisola sta crescendo. "Registriamo con grandissima soddisfazione ogni mese 3-4 nuovi iscritti", spiega Pelissero, ricordando che oggi l'Aiop riunisce più di 500 strutture, "più del 90% del privato in Italia, con l'eccezione degli ospedali dipendenti da ordini religiosi". Non sono poche le sfide che la sanità italiana si trova ad affrontare in questi anni.

Verso il rinnovo dei CCNL AIOP

Negli ultimi giorni, importanti novità hanno riguardato il rinnovo del CCNL AIOP, di cui da ottobre 2016 sono stati aperti i tavoli delle trattative con le relative OO.SS. Anzitutto, la riunificazione della parte datoriale, dopo più di 10 anni, da parte di AIOP e di ARIS. Questa novità ha accelerato la dinamica dei rapporti sindacali. Ne abbiamo parlato con il capo della delegazione storica, Emmanuel Miraglia.
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Notizie Aiop Nazionale

La sfida delle liste d'attesa in sanità
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La sfida delle liste d'attesa in sanità

Mercoledì 13 marzo u.s., nella trasmissione Largo Chigi, il format di The Watcher Post, si è tenuta una puntata incentrata sulla sfida delle liste d'attesa in sanità.

Mercoledì 13 marzo, nella trasmissione Largo Chigi, il format di The Watcher Post, si è tenuta una puntata incentrata sulla sfida delle liste d'attesa in sanità.

Liste d'attesa e rinuncia alle cure

Perché è importante abbattere le liste d'attese? Perché spesso diventano il motivo per cui si rinuncia alla cura, fino ad arrivare oggi a coinvolgere il 7% della popolazione senza una grande distinzione geografica nel nostro paeseNon solo, la pandemia ha generato un impatto anche sulle fasce sociali più abbienti" ha dichiarato la dott.ssa Sabrina Nardi, Consigliera di Salutequità, che ha aggiunto: "Purtroppo, questo tema coinvolge prevalentemente gli anziani tra cui, come emerge dai dati istat, sono quasi 3 milioni quelli che rinunciano alla cura, di cui il 33% ha una o più patologie croniche. Non c'è bisogno di nuove leggi ma di innovazione amministrativa con l'idea di vincolare i fondi al raggiungimento degli obiettivi. Poi c'è la necessità di un nuovo piano di governo sulla gestione dei tempi di attesa. Inoltre bisognerà dare una priorità al tema delle liste di attesa all'interno del prossimo piano nazionale sanitario, sul quale si lavorerà, prevedendo dei fondi vincolati anche per le regioni. Per le regioni, poi, sarà importante cambiare anche il sistema di valutazione, perché le lista d'attesa devono diventare un indicatore attraverso il quale si possano valutare le sanità regionali e, di conseguenza, erogare fondi". VIDEO

Collaborazione pubblico-privato e razionalizzazione

"Noi dobbiamo cercare di uscire da quella logica, che è un po' ideologica, per cui quello che fa il pubblico è fatto bene, ciò che fa il privato è fatto male perché lo fa solo per far soldi, per far cassa. Perché in tutto il mondo sanità pubblica e privata concorrono insieme per lo stesso obiettivo, che è quello di soddisfare il cittadino. [...] Credo che la collaborazione tra pubblico e privato, sotto la regia del SSN sia oggi una realtà e mi auguro che nel futuro possa continuare" ha dichiarato il Prof. Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova e professore ordinario di malattie infettive, che ha aggiunto "Poi c'è qualche cosa che il privato può fare da solo, pensate alla sanità integrativa. [...] Dovremmo implementare questa parte, non soltanto parlare di pubblico e privato ma di quello che la sanità integrativa può ulteriormente fare." VIDEO

Sulla stessa linea, l'intervento dell'On. Ylenja Lucaselli, capogruppo di Fratelli D’Italia in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati, che ha dichiarato: "La sanità privata convenzionata è un pilastro fondamentale della sanità pubblica ed è gratuito allo stesso modo. Senza demonizzare, bisogna fare sempre più ricorso a una sanità che non sia prettamente quella pubblica e che evidentemente non riesce ad assorbire le richieste. Dopo di che c'è lo scoglio delle Regioni. Molte Regioni utilizzano i soldi della sanità in maniera non cristallina e vengono utilizzati in maniera indifferenziata per i bilanci regionali, e molte Regioni hanno poi difficoltà a seguire le linee di indirizzo del Ministero su alcuni principi: per questo abbiamo inserito una estrema rigidità in LEP e LEA. [...]
L'onorevole ha poi proseguito sulla sanità integrativa: "Il governo sta studiando come sviluppare la sanità integrativa, probabilmente inserendo una serie di defiscalizzazioni per favorirla. Altra linea di intervento è quella della programmazione: ci sono strutture pubbliche capaci di fare programmazione e altre meno.
E questo impedisce l'allocazione delle risorse in modo più strategico. Dobbiamo indirizzare la sanità pubblica verso la razionalizzazione delle spese".
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La questione degli investimenti: il MES

L'On. Davide Faraone, Presidente gruppo Italia Viva alla Camera dei Deputati, ha ripreso il concetto di  collaborazione tra pubblico e privato, legandolo al problema delle risorse: "In un sistema che funziona non ci dovrebbe essere distinzione tra le offerte ai cittadini che fa il pubblico e quelle che fa il privato accreditato. Il privato accreditato deve svolgere le stesse funzioni del pubblico, insieme dovrebbero collaborare per far funzionare il sistema sanitario nazionale. Per fare questo bisogna lavorare per trovare un giusto equilibrio che si può raggiungere solo grazie ad investimenti non solo su strutture ma soprattutto sull'assunzione di ulteriore personale" ha affermato Faraone, che ha aggiunto "Per questo noi abbiamo posto con forza la questione dell'utilizzo del MES come strumento per sanare queste difficoltà in quanto sappiamo bene che le casse del governo questa disponibilità non ce l'hanno. Ora come si fa?
Purtroppo la carenza di personale è una delle principali cause della creazione delle liste d'attesa in quanto, oggi, un medico è chiamato a coprire più ruoli. Così, tutto il sistema sta andando in tilt.
La sanità ha bisogno di investimenti straordinari.
Per ridurre le liste d'attesa e migliorare la nostra sanità pubblica ci servono i 37mld del MES sui quali chiediamo di riaprire il confronto con l'obiettivo di rendere tutto accessibile a tutti, altrimenti rischiamo di sviluppare un sistema sanitario accessibile solo a chi se lo potrà permettere"
ha concluso Faraone. VIDEO

 

QUI il link per rivedere la puntata per intero.

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