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Screening nazionale gratuito HCV
Definiti i criteri e le modalità di attuazione
Francesca Gardini, Ufficio giuridico
La legge di conversione del D.L. 162/2019 (c.d. decreto milleproroghe), come comunicato con il numero di Informaiop 342, ha introdotto in via sperimentale, per gli anni 2020 e 2021, lo screening gratuito dell’infezione attiva da HCV per determinate categorie di soggetti, demandando a successivo decreto del Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente Stato, Regioni e Province autonome, la determinazione dei criteri e delle modalità per la relativa attuazione.
Orbene, il decreto ministeriale è stato pubblicato nella G.U. dello scorso 8 luglio, n. 162 e precisa, in primo luogo, l’intento della manovra volta, in particolare, a rilevare le infezioni da virus dell’epatite C ancora non diagnosticate, migliorare la possibilità di una diagnosi precoce, avviare i pazienti al trattamento onde evitare complicanze e interrompere la circolazione del virus, impedendo nuove infezioni.
Le operazioni di screening saranno, pertanto, organizzate dalle Regioni secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 3, del decreto stesso che di seguito sintetizziamo.
a)Test sierologico con la ricerca di anticorpi anti HCV (HCV Ab) e il reflex testing, con immediata ricerca dell’HCV RNA o dell’antigene HCV-HCV Ag in caso di esito positivo, oppure test capillare rapido e conferma successiva del HCV RNA in caso di esito positivo, per la popolazione iscritta all’anagrafica sanitaria, inclusi gli stranieri temporaneamente presenti, e nata dal 1969 al 1989.
b)Test rapido, eseguibile su sangue intero con prelievo capillare (preferenziale), o l’HCV Ab o direttamente il test rapido HCV RNA, da scegliere in base alla valutazione del contesto epidemiologico locale, per i soggetti seguiti dai servizi pubblici per la dipendenza (SerD) e i soggetti detenuti in carcere.
Lo screening dovrà essere effettuato previa idonea informativa e firma del consenso associato, in caso di coorte a rischio, come i consumatori di sostanze, a misure di riduzione del danno come previste dal DPCM 12 gennaio 2017.
L’esito dell’esame verrà restituito all’interessato previo colloquio con il personale sanitario che ha prescritto il test, nel quale saranno fornite le informazioni necessarie per l’eventuale trattamento e per le misure di prevenzione, identificando le strutture di presa in carico. In caso di HCV RNA positivo, infatti, il paziente sarà indirizzato verso un centro specializzato per proseguire gli accertamenti diagnostici e iniziare immediatamente la terapia.
Al fine di favorire l’adesione all’iniziativa le Regioni e le Province autonome promuoveranno, anche in collaborazione con il Ministero della Salute, l’ISS e società scientifiche, campagne e iniziative di informazione rivolte alla cittadinanza, specifiche iniziative di formazione per il personale sanitario coinvolto e specifiche iniziative per la popolazione a rischio.
L’attività sarà oggetto di monitoraggio da parte del Ministero della Salute e dovrà concludersi entro il 31 dicembre 2022.