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La Raccomandazione della Commissione europea per lo scambio delle cartelle cliniche elettroniche
Alberta Sciachì, Ufficio Rapporti internazionali
La Commissione europea ha pubblicato il 6 febbraio scorso una Raccomandazione relativa al formato di scambio delle cartelle cliniche elettroniche nell’UE. In conformità al Regolamento 2016/679, infatti, i cittadini hanno diritto di accesso ai dati personali, inclusi quelli sanitari, ma attualmente la maggior parte di loro non gode dell’effettiva opportunità di accedere ai propri dati e di trasferirli in modo sicuro a livello transfrontaliero. Tale opportunità di consultare e condividere le cartelle cliniche elettroniche in tutta sicurezza, anche al di là dei confini nazionali, comporta però una serie di benefici non trascurabili: il miglioramento di qualità dell’assistenza, la riduzione dei costi e la modernizzazione dei sistemi sanitari.
La Raccomandazione della Commissione stabilisce dunque un quadro per lo sviluppo di un formato europeo standardizzato per lo scambio delle cartelle cliniche informatizzate al fine di garantire, in maniera sicura, interoperabile e transfrontaliera, la trasmissione di dati sanitari elettronici. Nello stesso tempo incoraggia gli Stati membri a favorire l’accesso dei cittadini ai propri dati personali.
Il quadro delineato nella Raccomandazione comprende un insieme di principi, che dovrebbero regolare l’accesso ai dossier sanitari informatizzati e la loro condivisione tra gli Stati membri dell’UE, nonché una serie di specifiche tecniche comuni da utilizzare come riferimento per il formato europeo standard delle cartelle cliniche da utilizzare per la loro trasmissibilità.
In verità, il processo è già in corso in alcuni Stati membri, che hanno iniziato a rendere parti delle cartelle cliniche elettroniche accessibili e scambiabili attraverso i confini. Oltre alla Finlandia, all'Estonia, al Lussemburgo e alla Repubblica ceca, si prevede che diciotto Paesi scambieranno i dati dei pazienti e le prescrizioni elettroniche entro la fine del 2021. La Raccomandazione della Commissione propone ora di estendere il processo a tre nuove aree: test di laboratorio, rapporti di dimissioni mediche e report di immagini, oltre alle prescrizioni in formato digitale .
L'accesso a registri sanitari completi e personali in tutta l'UE può offrire, in effetti, grandi benefici ai cittadini europei. Se, ad esempio, qualcuno ha un incidente mentre viaggia in un altro Stato membro dell'UE, i medici - grazie all’accesso immediato alle informazioni sul paziente, ad esempio su condizioni croniche o allergie a determinati farmaci - saranno messi in grado di fornire il trattamento più efficace e tempestivo. Il vicepresidente del mercato unico digitale Andrus Ansip, ha dichiarato al riguardo: "Le persone chiedono un accesso online sicuro e completo ai propri dati sanitari, ovunque si trovino. I professionisti sanitari hanno bisogno di cartelle cliniche affidabili per fornire un trattamento più informato e più rapido. I sistemi hanno bisogno di maggiori risorse per la migliore assistenza personalizzata. Insieme dobbiamo accelerare e sviluppare lo scambio sicuro di cartelle cliniche elettroniche in tutta l'UE: ciò migliorerà la vita dei cittadini e aiuterà gli innovatori a trovare la prossima generazione di soluzioni digitali e trattamenti medici.”
Tale evoluzione potrà quindi contribuire significativamente non solo a migliorare la qualità e a garantire la continuità dell'assistenza ai cittadini mentre si spostano nell'UE, ma anche a promuovere la ricerca sulle principali sfide sanitarie come le malattie croniche e neurodegenerative, facilitando la condivisione dei dati. La trasferibilità di tali dati può inoltre favorire l'efficienza e la sostenibilità dei sistemi sanitari, ad esempio attraverso la condivisione degli esami di laboratorio o radiologici di un paziente. In questo modo, un ospedale in un altro Stato membro non dovrà ripetere test simili, risparmiando tempo e riducendo i costi. Il commissario Andriukaitis, responsabile della DG SANTE, ha commentato al riguardo: "La possibilità di condividere in modo sicuro le informazioni con i medici all'estero ha il potenziale non solo di migliorare in modo sostanziale la qualità delle cure che riceviamo, ma anche di avere un effetto positivo sui budget sanitari.”
Tutto ciò è ovviamente soggetto al consenso del cittadino, nel pieno rispetto del Regolamento generale sulla protezione dei dati, in particolare di quelli sensibili.
Per sviluppare questo scambio di informazioni, sarà istituito un processo di coordinamento congiunto tra la Commissione e gli Stati membri, in cui tutte le parti interessate saranno coinvolte nel processo di sviluppo del formato di scambio europeo delle cartelle cliniche elettroniche (EHR). Gli Stati membri, all'interno della rete e-Health, stabiliranno le linee guida per l'attuazione e il monitoraggio dei progressi realizzati. In relazione a questa iniziativa dell'UE, è in preparazione anche una decisione di applicazione riveduta relativamente alla definizione delle norme per l'istituzione, la gestione e il funzionamento della rete delle autorità nazionali responsabili della sanità elettronica (2011/890 /UE). La decisione mira a chiarire il funzionamento della rete e-Health, in particolare riguardo all'infrastruttura dei servizi digitali. La Commissione elaborerà il contributo già ricevuto dalle parti interessate e pubblicherà i risultati nei prossimi mesi.
La commissaria Mariya Gabriel, responsabile dell'economia e della società digitale, ha concluso: "Come parte dei nostri sforzi per fornire ai cittadini europei l'accesso a servizi digitali sicuri e di alta qualità, l'iniziativa aiuterà i pazienti a ricevere i loro trattamenti ovunque si trovino nell'UE. La proposta di un quadro europeo per lo scambio di cartelle cliniche elettroniche consentirà anche ai medici di assistere i cittadini in modo più efficiente ed efficace".
In allegato il testo completo della Raccomandazione