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Le implicazione economiche ed etiche dell’intelligenza artificiale discusse a livello europeo
Alberta Sciachì, Responsabile Ufficio Rapporti internazionali
In una Comunicazione al Parlamento ed al Consiglio europei (COM 2018), la Commissione europea ha dichiarato che l’Ue dovrebbe avere un approccio coordinato per sfruttare le opportunità ed affrontare le sfide relative all’intelligenza artificiale (IA), considerando che non si tratta più di fantascienza, ma di uno strumento che aiuta a risolvere alcune tra le sfide più ardue, anche in campo sanitario, come ad esempio il trattamento delle malattie croniche. In Danimarca, l’IA aiuta a salvare vite umane permettendo ai servizi di emergenza di diagnosticare gli arresti cardiaci o altre patologie in base al suono della voce di chi chiama. In Austria, aiuta i radiologi a individuare i tumori confrontando istantaneamente le radiografie con un’elevata quantità di altri dati medici.
In questo campo, l’Unione si sente chiamata, dunque, ad essere competitiva, poiché si colloca in ottima posizione anche nella robotica e ospita industrie di punta nei settori dell’attività produttiva e della sanità, che dovrebbero essere all’avanguardia nell’adozione dell’IA. In campo sanitario basti citare il progetto di una orto-protesi robotizzata per ridare mobilità agli amputati, realizzato grazie ai finanziamenti europei.
La Comunicazione succitata delinea anche la strada da seguire per incrementare la capacità industriale e tecnologica dell’Ue introducendo l’IA in tutti i settori economici, aumentando gl’investimenti attraverso una collaborazione tra privato e pubblico, rafforzando la ricerca e sostenendo i centri di eccellenza al fine di rendere disponibile tale strumento anche alle piccole e medie imprese.
L’introduzione di tali nuove tecnologie richiede però, al tempo stesso, che non ci si limiti a considerare i soli vantaggi economici, ma che l’Ue assuma un ruolo guida sulla base dei propri valori, assicurando un quadro etico e giuridico adeguato, coerente con la Carta dei diritti fondamentali e con il rispetto della privacy previsto dal nuovo Regolamento sulla protezione dei dati. A questo scopo, la Commissione ha già annunciato una serie di iniziative, tra cui è prevista anche una comunicazione sulla trasformazione digitale della sanità e dell’assistenza, compresa la condivisione dei dati sul genoma e altri set di dati sanitari. Un nuovo centro di supporto fornirà ad autorità pubbliche ed imprese un sostegno tecnico e legale in materia. Come primo passo per affrontare i problemi di carattere morale relativi all’intelligenza artificiale, un progetto di orientamenti etici sarà, inoltre, elaborato entro la fine dell’anno, con la cooperazione di tutte le parti interessate. La Commissione ha agevolato quindi la creazione e la messa in funzione di un’ampia piattaforma multilaterale, l’Alleanza europea per l’IA, che sarà impegnato in un dibattito aperto su tutte le implicazioni e le conseguenze di tale innovazione e potrà anche entrare in rapporto con il nuovo gruppo di esperti ad alto livello in questo ambito, costituito sempre dalla Commissione come proprio organo consultivo. Al riguardo, segnaliamo che l’UEHP ha già chiesto di diventare membro di tale forum, denominato European Artificial Intelligence Alliance, che terrà la prima conferenza annuale nel 2019.