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Ancora ingiustizie per i privati
Le criticità del finanziamento del sistema sanitario francese
Alberta Sciachì, Ufficio Rapporti internazionali della Sede nazionale
In occasione del Consiglio dell’Uehp, il Direttore dell’Unità di economia della Federazione francese degli ospedali privati (FHP) ha illustrato la situazione del finanziamento della spesa ospedaliera nel suo Paese.
Il sistema sanitario francese, che segue il modello Bismarck, è fondato sull’assicurazione sociale obbligatoria e la remunerazione delle prestazioni avviene in base al sistema di tariffazione all’attività. Senza entrare nella descrizione dettagliata dei meccanismi di finanziamento, è opportuno sottolineare che un ruolo strategico importante è esercitato dall’ONDAM - Obiettivo nazionale delle spese di assicurazione malattia - un organismo regolatore, costituito nel 1996, che definisce annualmente il montante delle spese coperte dall’assicurazione malattia. L’ONDAM non è un budget, ma un indicatore del controllo delle spese sanitarie, che tuttavia non è limitativo, poiché il rimborso delle prestazioni è effettuato per tutto l’anno, anche se le spese previste risultano più alte di quelle preventivate, come è accaduto fino al 2010.
A partire da quella data, però, la tendenza si è invertita e le spese sono risultare sempre inferiori a quelle previste.
Per quanto riguarda in particolare il finanziamento degli ospedali privati, a partire dal 2013 le tariffe (basate sui DRG) sono diminuite progressivamente fino a raggiungere una contrazione totale del 6,70% in sette anni. A risentirne maggiormente sono state i settori di riabilitazione e psichiatria, ma la definizione annuale delle tariffe, secondo la FHP, è per tutti un’incognita e, nonostante l’auspicio di collaborare con tutti i soggetti interessati e con lo Stato, alla fine, si è semplicemente informati dallo Stato stesso in merito alle decisioni già prese.
Le tariffe degli ospedali privati sono in media del 22% inferiori a quelle degli ospedali pubblici per lo stesso servizio ed inoltre, questi ultimi sono finanziati indirettamente con programmi loro destinati per il 99%, a tal punto che negli ultimi otto anni le loro tariffe sono cresciute del 23%, proprio mentre quelle dei privati scendevano del 7%. Questi ultimi sono dunque maggiormente colpiti dai piani di risparmio, con un conseguente indebolimento dei risultati finanziari positivi ed hanno contribuito ad alimentare risparmi per circa 500mila euro, mentre le strutture pubbliche hanno spesso un bilione di euro in eccesso.
Nonostante tale contesto avverso, il settore ospedaliero privato ha mantenuto la sua quota di mercato, anche perché in Francia il vero pilastro del sistema è la libera scelta dei cittadini, i quali si rivolgono proprio al privato per le specialità di medicina, chirurgia e ostetricia (MCO) nel 38,3% dei casi (contro il 52,7% del pubblico e il 9% del non profit), corrispondenti a circa 5,3 milioni di pazienti su un totale di 14, con 2,6 milioni d’ingressi nei Pronto soccorso. In particolare, la FHP che raggruppa mille cliniche ed ospedali privati, assicura il 55% degli interventi chirurgici ed il 65% della day surgery, superando il pubblico con il 49% contro il 41% per le cure ambulatoriali nel loro complesso. Il settore privato assicura inoltre il 25% dei parti, più del 30% della riabilitazione, più del 17% delle cure psichiatriche e circa il 20% delle cure domiciliari.
Nonostante, l’efficienza e la flessibilità dell’ospedalità privata, la situazione resta però oggettivamente difficile a causa della mancanza di stabilità finanziaria e della contrazione delle tariffe, condizioni che hanno portato alla diminuzione delle entrate e dei conseguenti investimenti.
Lo Stato inoltre sta attualmente rivedendo le autorizzazioni sulla base dei volumi di attività, mentre la FHP propone un sistema di riferimento di livello europeo fondato sul concetto di qualità provata (anche dal punto di vista clinico), condividendo con il CEN (Centro europeo di standardizzazione) una strategia che affronti le sfide prioritarie con cui si trovano confrontati tutti i sistemi nazionali. Per superarle positivamente esistono una serie di fattori strategici riconosciuti a livello internazionale di cui bisogna tenere conto: nuovi modelli di erogazione e nuovi sviluppi della medicina, disponibilità di servizi più efficaci, accresciuta mobilità dei pazienti e degli operatori sanitari, cambiamenti demografici, crescita della complessità delle prestazioni e nuovi rischi.
Quali sarebbero i benefici di una strategia europea in merito alla standardizzazione dei servizi? L’ottimizzazione della sicurezza e qualità delle cure, nonché degli outcome, il sostegno alla continuità delle cure stesse, l’efficacia, l’efficienza manageriale, il miglioramento della comunicazione anche per una maggiore soddisfazione degli erogatori e degli utenti, lo sviluppo dell’innovazione.
Come ha dichiarato il Presidente della FHP, Lamine Gharbi, affrontare le sfide e conseguire i benefici esige, però, il rispetto del principio di equità negli sforzi richiesti agli attori dei sistemi sanitari, pubblici e privati, e questa deve diventare una regola assoluta ed imparziale, abbandonando la politica di un ulteriore ed insostenibile abbassamento delle tariffe e puntando invece ad una modernizzazione del sistema sanitario che lo renda più resiliente e sostenibile.