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Notizie dalla Liguria

Le politiche sanitarie sono anche politiche industriali e incidono sulla competitività

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Le politiche sanitarie sono anche politiche industriali e incidono sulla competitività

Intervento del Vice presidente Aiop, Barbara Cittadini, durante le Assise Generali di Confindustria

7.000 sono stati gli imprenditori che hanno partecipato, discusso e condiviso le proprie esperienze e la propria visione di futuro in occasione delle Assise generali di Confindustria dello scorso 16 febbraio. Ed è stata proprio in tale occasione che il Vice presidente Aiop, Barbara Cittadini, è intervenuta dichiarando come "La sanità, nelle sue componenti pubblica e privata, che nel nostro Paese rappresenta l'11% del Pil e dà lavoro a 2 milioni e mezzo di persone, rappresenta un fattore di sviluppo per il Paese, sia per il contributo dei settori economici coinvolti sia per il suo impatto sociale. Le imprese e i professionisti che operano nella filiera della salute in Italia - ha ricordato il Vice presidente - sono impegnati nell'innovazione, nella formazione del personale, nell'utilizzo di tecnologie all'avanguardia. Un impegno che si riflette in un sistema sanitario organizzato, la cui qualità è riconosciuta in tutto il mondo. Le politiche sanitarie - ha rilevato Cittadini - sono anche politiche industriali e incidono sulla competitività. Le imprese devono accelerare il cambiamento ed essere proattive per cogliere le opportunità della domanda mondiale e la politica italiana, a tutti i livelli, dovrebbe creare le condizioni migliori per investire, creare lavoro, fare crescita e ridurre il debito".
"L'Italia è ormai di fronte a un bivio - ha avvertito la Vice presidente Aiop - Se ai tempi delle Assise del 2011 l'obiettivo era superare la grande recessione, in queste Assise del 2018 abbiamo una sfida aperta: promuovere in Italia e all'estero la nostra sanità e la filiera della salute".
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Notizie Aiop Nazionale

L’apporto della componente di diritto privato risulta indispensabile anche nelle emergenze

Comunicato stampa del 26 febbraio 2020

“Sorprende la dichiarazione del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, per il quale la responsabilità della gestione dell’emergenza Coronavirus ricadrebbe unicamente sulla sanità pubblica, mentre la componente di diritto privato drena risorse e, dunque, presumibilmente, andrebbe ridotta.
In realtà, la rete degli ospedali di diritto privato presente in Italia è parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale e assicura un quarto di tutti i ricoveri ospedalieri e senza questo contributo, la sanità pubblica italiana non potrebbe assicurare il servizio universale a tutti i cittadini.

Attesa per la ripresa degli incontri istituzionali per il rinnovo del CCNL

In considerazione dell’emergenza del Coronavirus che ha investito il Paese, concentrando l’attenzione di tutti su un problema che ha una indiscutibile priorità non è, ancora, stata fissata la data dell’incontro tra le Istituzioni e le parti sociali, promosso dal Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Luigi Icardi.


Patto per la Salute 2019-2021

Un’analisi dettagliata

Il 18 dicembre 2019, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha accordato il proprio parere, favorevole ed unanime, al testo finale del Patto per la Salute 2019-2021. L’accordo che, come tutti ben sappiamo, si è fatto attendere per oltre 18 mesi, è stato raggiunto sulla base di un compromesso riguardante il tema dell’età pensionabile dei medici (che ad oggi possono pertanto rimanere operativi ed in servizio fino a 70 anni), il tema dei contratti degli specializzandi (che potranno essere assunti a tempo determinato dal terzo anno di specializzazione, come recentemente rimarcato anche nei contenuti del D.L. Milleproroghe) e sull’impegno del Governo a riesaminare le procedure di nomina dei Commissari ad acta delle Regioni entro 180 giorni.

La legittimità costituzionale dell’art. 4 del d.lgs. n. 23/2015

Si segnalano ordinanza n. 214 del 18 aprile 2019 il Tribunale di Bari e ordinanza del Tribunale di Roma datata 3 gennaio 2020

Con le ordinanze in commento i giudici territoriali hanno rimesso alla Corte Costituzionale una questione concernente la legittimità dell’art. 4 del d.lgs. n. 23 del 2015 (c.d. Jobs Act) nella parte in cui prevede, in capo al lavoratore che abbia subito un licenziamento viziato da irregolarità derivanti dalla violazione del vincolo di motivazione di cui all’art. 2, comma 2 della l. n. 604 del 1966 o della procedura prevista all’art. 7 della legge n. 300 del 1970, il diritto a un’indennità “di importo pari a una mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di servizio”.

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