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Notizie dalla Liguria

Il Presidente Cittadini, il Comitato esecutivo e il Direttore Leonardi nei territori Aiop

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Il Presidente Cittadini, il Comitato esecutivo e il Direttore Leonardi nei territori Aiop

Continuano gli incontri della Presidenza nazionale con le Sedi regionali

Puglia
Il 19 giugno hanno incontrato gli Associati Aiop della Puglia, e il suo Presidente, Potito Salatto.
La Presidente nazionale AIOP ha, una volta ancora, manifestato la disponibilità della Sede nazionale ad esaminare specifiche richieste che abbiano una valenza territoriale, ribadendo che il ruolo della Sede è quello di dare una risposta coerente alle esigenze degli Associati in termini di servizi associativi e di condividere e supportare richieste diffuse e comuni, soprattutto, delle Sedi non strutturate.
I presenti hanno, quindi, colto l'occasione per chiedere maggiori informazioni alla Presidente in merito ad alcuni temi di politica associativa, dalla copertura del CCNL del personale dipendente a quello della carenza del personale medico. É stata, quindi, approfondita l'opportunità del recente accordo di Aiop con il MIUR, per il finanziamento di borse di studio dei medici specializzandi. La Presidente Cittadini ha poi fornito ulteriori informazioni operative per quanto attiene le modalità di accesso alle procedure stabilite con il MIUR, precisando che si tratta di un’opportunità e che continua lo studio, da parte della Sede nazionale, di ulteriori canali di reperimento di personale, che potrebbero confluire in AiopJob, il servizio di offerta di personale on line per gli Associati AIOP.
Inoltre, la Presidente ha approfondito il tema del Patto per la salute 2019-2021, del quale si è appresa la diffusione dell'ultima bozza definita a livello ministeriale, e dalla quale emerge, a causa delle restrizioni UE, la possibilità che vengano meno gli incrementi per il 2020 e il 2021 del Fondo Sanitario, pari a 2 miliardi di euro per il 2020 e 1,5 per il 2021.
Cittadini ha poi annunciato l'avvio di un rapporto di collaborazione istituzionale con Agenas, proprio per la formazione dei professionisti delle strutture Aiop, con le consequenziali valutazioni strategiche che ne può derivare per le singole aziende coinvolte e per il sistema nel suo complesso. Quello degli outcome clinici – è stato precisato -, è un tema rispetto al quale la Presidente intende lavorare molto, perché ritiene che debba e possa essere un driver di miglioramento proattivo per le strutture che saranno valutate, in termini di efficienza, rispetto a quello che emergerà dai suddetti dati, così come dimostrato nel convegno nazionale di Como. Con la medesima società di consulenza, che ha curato l'indagine commissionata ad hoc, si provvederà a mettere a disposizione degli associati, una convenzione per quanti avessero bisogno di una formazione aggiuntiva o una specifica consulenza.
Il lungo incontro si è poi concluso con un momento cordiale di convivialitá, nel corso del quale si è avuta la possibilità di conoscersi meglio e di sviluppare relazioni personali.
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Notizie Aiop Nazionale

Aliquota al 4% per l’installazione di attrezzature per disabili

Le attrezzature installate presso le case di cura per pazienti disabili, quali i letti elettrici, sono soggetti ad aliquota del 4%, quando gli stessi sono effettivamente utilizzati per persone affette da malformazioni permanenti. In applicazione della normativa della privacy, la struttura non deve consegnare al cessionario la documentazione indicante i soggetti utilizzatori, ma un’attestazione inerente l’esistenza di certificati attestanti l’uso per tali soggetti.

Danni da emotrasfusione. Da quando decorre la prescrizione per il risarcimento

Corte di Cassazione, ordinanza n. 2665 del 5 febbraio 2018

Con il provvedimento n. 2665 del 5 febbraio 2018, la Corte di Cassazione ha ribadito l’ormai consolidato orientamento giurisprudenziale della stessa per cui nei casi di danni da emotrasfusione infetta il termine della prescrizione del diritto (dies a quo) decorre non oltre la data di richiesta di risarcimento del danno.
Il provvedimento scaturisce dalla richiesta risarcitoria avanzata da una donna, nei confronti del Ministero della salute e dall’Azienda Ospedaliera, che a seguito di analisi del sangue nel 1992 scopre di essere positiva al virus HCV-AB con conseguente fibroplasia retro-ventale.
Solo nel 2001 la commissione medica all’uopo investita della questione afferma il nesso eziologico tra la malattia e la trasfusione di sangue infetto che fu necessario praticarle alla nascita avvenuta prematuramente.

Incompletezza della cartella clinica e responsabilità medica

Cassazione civile, sentenza n.7250 del 23 marzo 2018

Con la sentenza n. 7250 del 23 marzo 2018, la Corte di Cassazione ha affermato il principio in base al quale l'incompletezza della cartella clinica va ritenuta circostanza di fatto che il giudice di merito può utilizzare per ritenere dimostrata l'esistenza di un valido nesso causale tra l'operato del medico e il danno patito dal paziente.
La decisione è intervenuta a conclusione di una vicenda in cui una paziente, inizialmente recatasi presso una struttura ospedaliera per una mal occlusione dentale, era andata incontro ad un peggioramento consistito nella perdita dei denti e nel deterioramento della situazione occlusale, con persistenti dolori e lesioni. A fronte di tale situazione si era quindi reso necessario un intervento chirurgico al fine di spostare il mascellare, al termine del quale la paziente veniva dimessa «con la bocca in contenzione, la faccia tumefatta, l'impossibilità di masticare e un blocco mascellare per 45 giorni».

Nuove regole per i trapianti da donatore con infezione da HIV

Decreto del Ministro della salute dell'1 febbraio 2018

Lo scorso 8 marzo è stato pubblicato sulla G.U. n. 56, il decreto del Ministro della salute dell'1 febbraio 2018 di «Modifica dell’articolo 3 del decreto 2 agosto 2002, recante: "Criteri e modalità per la certificazione dell'idoneità degli organi prelevati al trapianto (art. 14, comma 5, legge 1 aprile 1999, n. 91"», che prevede alcune novità in materia di trapianti da donatore affetto da HIV.
L'art. 3 del decreto 2 agosto 2002 prevede, infatti, il divieto di procedere al trapianto da un donatore positivo per HIV, in ragione della necessità di impedire la trasmissibilità di tale virus attraverso trapianto di organo. Tuttavia tale rischio non ricorrerebbe nel caso in cui si tratterebbe di utilizzare gli organi di un donatore HIV positivo in soggetti ugualmente HIV positivi.
Il decreto dell'1 febbraio 2018 autorizza, quindi, i trapianti per queste ipotesi, introducendo una serie di criteri specifici di eleggibilità del donatore positivo HIV.

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