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Notizie dalla Liguria

Misurare la qualità delle cure. Metodologie e strumenti per l’analisi degli esiti clinici

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Misurare la qualità delle cure. Metodologie e strumenti per l’analisi degli esiti clinici

Al centro congressi di Cernobbio il convegno nazionale Aiop del 10 maggio 2019

La componente di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale ha come obiettivo il costante miglioramento della qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie erogate ai cittadini, avendo cura di monitorare e rendere sempre più efficiente il suo contributo al sistema sanitario in termini di efficacia, appropriatezza e tempestività delle cure in tutte le aree del Paese.
È quanto è emerso dal “Rapporto sulla qualità degli outcome clinici nell’ospedalità privata” realizzato dalla società Innogea, e presentato venerdì 10 maggio nell’ambito della 55a Assemblea Generale AIOP, in corso a Cernobbio.

La ricerca, basata sui dati del Programma Nazionale Esiti (PNE) realizzato da Agenas per conto del Ministero della Salute, ha analizzato le performance cliniche delle due componenti – pubblica e privata – che costituiscono l’offerta ospedaliera in Italia.
Obiettivo dello studio è stato quello di valutare, su basi oggettive e misurabili, l’impatto del settore dell’ospedalità privata in termini di qualità delle prestazioni erogate e volumi di attività svolta, ma, anche, di fornire elementi utili per mettere in atto costanti e specifiche azioni di miglioramento in grado di dare risposte alla domanda di salute oltre che per contrastare le disomogeneità dell’offerta sanitaria intra ed interregionale.
Nello studio sono stati presi in considerazione gli indicatori “Treemap”, ovvero quelli scelti da Agenas per la valutazione delle performance delle strutture ospedaliere. I dati rilevano che il SSN garantisce ai cittadini prestazioni e servizi con un livello di qualità elevato, con punteggi che si avvicinano ai livelli ottimali, in alcuni casi con una leggera prevalenza delle strutture pubbliche, in altri delle strutture private accreditate.
Questo è il risultato degli investimenti realizzati nel corso degli anni dalle strutture sanitarie di diritto privato, con particolare attenzione alla dimensione tecnico professionale, organizzativa, tecnologica, ambientale, relazionale e di ricerca e formazione, che, complessivamente, incidono sulla qualità e la sicurezza delle cure, e sulla capacità di rispondere tempestivamente alle esigenze dei pazienti.

Siamo molto soddisfatti dei risultati emersi dal Rapporto, che confermano, ancora una volta, l’importante contributo che la componente di diritto privato apporta al SSN, e il suo impegno in termini di innovazione e di miglioramento continuo della qualità dell’offerta sanitaria erogata agli italiani. La qualità dell’assistenza rappresenta un fattore determinante per promuovere l’equità e ridurre le disomogeneità territoriali nell’accesso alle prestazioni sanitarie da parte dei cittadini, in molti casi costretti a spostarsi nelle regioni nelle quali l’offerta sanitaria è programmata in maniera più efficiente e con una maggiore attenzione alla qualità delle cure. Questo studio rappresenta il punto di partenza di un percorso di miglioramento delle performance cliniche che, auspichiamo, possa coinvolgere tutto il SSN, e nel quale la componente di diritto privato ha l’ambizione di voler fare ancora di più e meglio, supportata da politiche adeguate, capaci di non disperdere questo patrimonio di qualità ed efficienza che ci contraddistingue”, ha commentato Barbara Cittadini, Presidente Nazionale AIOP.

Al convegno ha preso parte anche l'Assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera che, nel corso del suo intervento, ha precisato: "In Lombardia, da sempre, il privato accreditato è un partner strategico per il sistema sanitario, in grado di far crescere anche il pubblico in termini di qualità. Ecco perché, anche nei tavoli ministeriali, sollecitiamo una svolta, in modo che il sistema sia in grado di affrontare le nuove sfide che ci troviamo a governare e gestire insieme, come quella dell’invecchiamento della popolazione, della presa in carico e dell’aumento delle cronicità”.
In questo momento, un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato come il nostro non trova soddisfazione sul tavolo nazionale, visto che dal 2012 il budget riservato alle strutture private è bloccato, così come la possibilità di rinnovare i contratti ai lavoratori di queste strutture - ha aggiunto Gallera -. Questa strozzatura impedisce al settore di svilupparsi e di essere ancora più virtuoso e invece bisogna mettere il privato nelle condizioni di fornire un servizio di qualità e all’altezza delle aspettative. Se riteniamo che il Servizio Sanitario Italiano debba continuare a svolgere la sua funzione poggiandosi su due gambe, il pubblico e il privato, cosa che ci ha portato all’eccellenza a livello mondiale, dobbiamo mettere in condizione il privato di fare la sua parte. Quindi abbattiamo i limiti al budget, permettiamo di rinnovare i contratti ai lavoratori e continuiamo ad erogare i migliori servizi ai nostri cittadini”.
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Notizie Aiop Nazionale

Le strutture sanitarie sono pronte per le nuove regole sulla privacy

Intervista a Filippo Leonardi, Direttore generale Aiop

Il nuovo regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali diventerà pienamente operativo il prossimo 25 maggio e per quella data le strutture sanitarie private iscritte all'Aiop saranno pronte. Ad assicurarlo è il direttore generale dell'Associazione Italiana Ospedalità Privata, Filippo Leonardi, presente all'evento organizzato a Roma da Scudomed e Area Medici dal titolo "La privacy nella sanità: il sistema sanzionatorio e l'attività ispettiva".

Aliquota al 4% per l’installazione di attrezzature per disabili

Le attrezzature installate presso le case di cura per pazienti disabili, quali i letti elettrici, sono soggetti ad aliquota del 4%, quando gli stessi sono effettivamente utilizzati per persone affette da malformazioni permanenti. In applicazione della normativa della privacy, la struttura non deve consegnare al cessionario la documentazione indicante i soggetti utilizzatori, ma un’attestazione inerente l’esistenza di certificati attestanti l’uso per tali soggetti.

Danni da emotrasfusione. Da quando decorre la prescrizione per il risarcimento

Corte di Cassazione, ordinanza n. 2665 del 5 febbraio 2018

Con il provvedimento n. 2665 del 5 febbraio 2018, la Corte di Cassazione ha ribadito l’ormai consolidato orientamento giurisprudenziale della stessa per cui nei casi di danni da emotrasfusione infetta il termine della prescrizione del diritto (dies a quo) decorre non oltre la data di richiesta di risarcimento del danno.
Il provvedimento scaturisce dalla richiesta risarcitoria avanzata da una donna, nei confronti del Ministero della salute e dall’Azienda Ospedaliera, che a seguito di analisi del sangue nel 1992 scopre di essere positiva al virus HCV-AB con conseguente fibroplasia retro-ventale.
Solo nel 2001 la commissione medica all’uopo investita della questione afferma il nesso eziologico tra la malattia e la trasfusione di sangue infetto che fu necessario praticarle alla nascita avvenuta prematuramente.

Incompletezza della cartella clinica e responsabilità medica

Cassazione civile, sentenza n.7250 del 23 marzo 2018

Con la sentenza n. 7250 del 23 marzo 2018, la Corte di Cassazione ha affermato il principio in base al quale l'incompletezza della cartella clinica va ritenuta circostanza di fatto che il giudice di merito può utilizzare per ritenere dimostrata l'esistenza di un valido nesso causale tra l'operato del medico e il danno patito dal paziente.
La decisione è intervenuta a conclusione di una vicenda in cui una paziente, inizialmente recatasi presso una struttura ospedaliera per una mal occlusione dentale, era andata incontro ad un peggioramento consistito nella perdita dei denti e nel deterioramento della situazione occlusale, con persistenti dolori e lesioni. A fronte di tale situazione si era quindi reso necessario un intervento chirurgico al fine di spostare il mascellare, al termine del quale la paziente veniva dimessa «con la bocca in contenzione, la faccia tumefatta, l'impossibilità di masticare e un blocco mascellare per 45 giorni».

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