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Notizie dalla Liguria

Lo stigma contro la sanità privata accreditata: un caso tutto italiano

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Lo stigma contro la sanità privata accreditata: un caso tutto italiano

Da Sanità24, portale de IlSole24ore

di Gabriele Pelissero

In tutta Europa i grandi sistemi di welfare sanitario da decenni hanno sviluppato modelli pluralistici nella produzione ed erogazione delle prestazioni. Anche i più rigidi sistemi di tipo Beveridge utilizzano al proprio interno sempre più frequentemente gestori di attività ambulatoriali e ospedaliere di diritto privato, mentre paesi con sistemi di tipo Bismarck, come Germania e Olanda, hanno scelto da tempo di assicurare ai propri cittadini l' universalità e l' accessibilità delle cure utilizzando esclusivamente assicuratori privati (Olanda) o avviando un imponente piano di privatizzazione della gestione della rete ospedaliera (Germania). Il tutto senza alterare i principi di solidarietà e copertura universale propri dei sistemi di welfare europei. Sembra dunque ormai radicato in Europa il principio che un servizio pubblico fondamentale, come la sanità, è pubblico in quanto regolato e pagato dallo Stato, mentre può essere prodotto ed erogato da una pluralità di soggetti di diritto pubblico e di diritto privato, senza perdere il suo carattere distintivo di servizio socialmente garantito e restando così, per dirla in linguaggio corrente, "servizio pubblico". In Italia la situazione, con forti differenze regionali, non è dissimile dal resto d' Europa. Il Servizio sanitario nazionale ingloba infatti operatori ospedalieri di diritto privato che erogano su base nazionale il 25% di tutte le prestazioni di ricovero, e operatori ospedalieri e ambulatoriali che erogano più del 30% di tutte le prestazioni specialistiche. Inoltre la complessità delle cure ospedaliere erogate dai privati è superiore rispetto a quella dei pubblici (nel 2012, case-mix privato 1,08; case-mix pubblico 1,00) e il costo è inferiore (spesa pubblica ospedaliera per erogatori di diritto privato pari al 15% del totale a fronte di una produzione pari al 25% del totale).L' attenzione delle autorità e dei media nei confronti degli erogatori di diritto privato che lavorano con e nel Ssn è cresciuta negli ultimi anni, e le associazioni di categoria Aiop e Confindustria hanno molto lavorato all' interno e all' esterno per far sempre più "maturare" il comparto in termini di assunzioni di responsabilità e sviluppo di qualità. D' altra parte, in Italia grandissimi ospedali di assoluta reputazione internazionale sono privati (citiamo solo, fra i non pochi, l' Ospedale S.Raffaele di Milano e il Policlinico Gemelli di Roma) ed esprimono anche una formidabile capacità di produrre ricerca scientifica e formazione universitaria. A fronte di tutto questo, nel nostro paese rimane diffusa una diffidenza, e non di rado un pregiudizio, nei confronti del privato in sanità. Diffidenza e pregiudizio che non si ritrovano nei cittadini quando utilizzano il Ssn, anzi essi sistematicamente apprezzano e ricorrono alle strutture di diritto privato tutte le volte che ne hanno l' opportunità. Diffidenza e pregiudizio sono invece presenti non di rado nelle burocrazie centrali e regionali, in parti del mondo politico e nei media. Qualche contrasto è presente anche nel mondo medico, dove assume per lo più la caratteristica della preoccupazione e del fastidio per la comparsa di competitori molto attrezzati e professionalmente agguerriti. Possiamo domandarci perché politica, burocrazia e media sono ostili al privato in sanità . In parte certamente per ragioni ideologiche, espressione oggi un po' declinante della cultura antiimprenditoriale così forte in Italia nei passati decenni, nei quali la visione marxista e quella di alcune aree del cattolicesimo si incrociavano per esaltare la gestione pubblica della sanità, che nei fatti si traduceva poi in lottizzazione politica di centri di potere, con l' inevitabile corollario di assunzioni clientelari e appalti orientati. Oggi è difficile trovare, nel dibattito pubblico, prese di posizione esplicite che esaltino il valore delle gestioni pubbliche della sanità dal punto di vista politico ed etico. La cultura "monolitica" che nel passato discriminava il privato ed esaltava il pubblico in sanità si è però evoluta in una concezione puramente statalista, che ha abbandonato le teorizzazioni ideologiche, ma che è rimasta ben salda nel pretendere di gestire direttamente una consistente fetta del Pil, il che poi significa, ancora una volta, posti di potere, assunzioni e appalti. Una strada che, alla fine, porta nei gestori pubblici alle clamorose differenze del prezzo di acquisto della ormai mitica siringa. Una mala gestione che, bisogna riconoscere, anche il Governo nazionale ha iniziato a denunciare. In questo contesto, seppur declinante, burocrazie ministeriali e regionali difendono il proprio spazio di gestione operativa della sanità in sintonia con gruppi politici trasversali, che sono presenti per lo più nelle Regioni, e che vedono in questo settore uno dei pochi spazi di potere rimasti, mentre intellettuali e giornalisti cresciuti nel clima culturale di qualche decennio fa dedicano severità e grande spazio di comunicazione agli "incidenti di percorso" del privato, e molto meno spazio, unito a ponderata indulgenza, agli "incidenti di percorso" del pubblico.Per la verità, situazioni di questo tipo non sono solo una caratteristica italiana, e si ritrovano in non pochi paesi europei, a dimostrazione di quanto sia faticoso evolvere verso la modernità. Evoluzione che, nel caso della sanità, paradossalmente richiede proprio di accettare il pluralismo e il confronto fra pubblico e privato per salvare, uniti, quel grande patrimonio comune che è il sistema di welfare sanitario.


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Notizie Aiop Nazionale

I sei ciechi e l’elefante

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Per una efficace gestione del rischio clinico è indispensabile una visione d’insieme della rischiosità della struttura sanitaria, ottenibile solo attingendo a molteplici fonti informative. E’ questo secondo il Dr. Kaveh Shojani , Direttore del Centre for Patient Safety dell’Università di Toronto, l’insegnamento che può essere tratto - almeno nell’ambito delle organizzazioni sanitarie - dell’antichissima parabola indiana dei sei ciechi e l’elefante.

I vantaggi di RetIndustria per gli associati Aiop

La Sede nazionale Aiop, in qualità di aderente a Confindustria, ormai da diversi anni ha in essere una collaborazione con Retindustria, società che ne gestisce le convenzioni nazionali. Lo scorso 16 febbraio a Verona, in occasione delle Assise Generali di Confindustria, i partner RetIndustria si sono presentati con un proprio desk informativo alle Associazioni e agli imprenditori presenti. Si tratta di oltre 30 aziende, complementari alle aziende sponsor Aiop, a cui tutti gli associati possono rivolgersi per migliorare il proprio business con decine di offerte dedicate ed esclusive nei principali settori di attività.

Partecipa alla IIIa edizione del Premio Ehealth4all

Il premio che seleziona la migliore applicazione digitale per la prevenzione

Lieve prevalenza di esperti di informatica nella composizione del comitato scientifico. Si tratta di una delle novità della III Edizione del Premio eHealth4all, coerente con l’importanza attribuita alle tecnologie informatiche nei progetti candidati al concorso; ci sono poi sei medici, tre economisti e cinque tra ingegneri, bioingegneri, esperti di comunicazione, legali. Un “board” di grande valore, come si può evincere dall'allegato, con nomi provenienti da tutta Italia, che ha come segretario l’informatico Giorgio Malagoli, e che sarà chiamato in aprile a giudicare i lavori giunti alla segreteria del premio entro il 15 marzo.

La sanità è una grossa opportunità di sviluppo economico

Intervento di Giuseppe Puntin - Assise Generali 2018

Come noto la sanità rappresenta in ogni Paese uno dei principali elementi di coesione sociale. Nel nostro Paese il sistema sanitario è pubblico perché pubblica è la garanzia di accesso alle cure, mentre nella produzione e nell’erogazione delle prestazioni il sistema è misto perché realizzato da operatori di diritto pubblico e da altri di diritto privato.
Proprio questa seconda componente nella produzione diretta di servizi e di beni con annessa filiera indotta, contribuisce in maniera rilevante alla formazione della ricchezza nazionale, costituendo uno dei principali motori di sviluppo economico del Paese.

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