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Notizie dalla Liguria

CCNL. Cittadini: “Bene l'apertura Ministro, sia così tempestivo anche per chi opera nelle strutture private”

Dichiarazioni pubblicate su Quotidiano Sanità lo scorso 23 novembre 2018

"L’apertura del Ministro Giulia Grillo alle richieste dei sindacati dei medici che operano nella componente di diritto pubblico del SSN, è un’ottima notizia. Chiediamo che possa essere attivato, con la stessa tempestività, un confronto anche con la componente del SSN di diritto privato, nella quale lavorano 12mila medici, 26mila infermieri e tecnici e oltre 32mila operatori socio-sanitari, che ogni giorno consentono di dare una risposta alla domanda di salute degli italiani, contribuendo, in modo determinante, all’offerta sanitaria del Paese”, lo dichiara Barbara Cittadini, Presidente Nazionale AIOP, a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute.

Gdpr. Valutazione di impatto per i trattamenti transfrontalieri

Il Garante individua le operazioni a rischio

D’ora in poi, pubbliche amministrazioni e aziende italiane che effettuano trattamenti di dati volti ad offrire beni e servizi anche a persone residenti in altri Paesi dell’Unione europea avranno uno strumento in più per applicare correttamente il nuovo Regolamento sulla protezione dei dati. Il Garante per la privacy ha predisposto, come stabilito per le Autorità di controllo nazionali dal Gdpr, un elenco delle tipologie di trattamento che i soggetti pubblici e privati dovranno sottoporre a valutazione di impatto. L’elenco recepisce le osservazioni del Comitato europeo per la protezione dei dati al quale era stato sottoposto dal Garante per il prescritto parere.
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Notizie Aiop Nazionale

Quarantena fiduciaria. Licenziamento del dipendente che rientra dall’estero
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Quarantena fiduciaria. Licenziamento del dipendente che rientra dall’estero

Tribunale di Trento ordinanza n. 496 del 21 gennaio 2021

Sonia Gallozzi, Consulente giuslavorista della Sede nazionale

Con il provvedimento in commento, il Tribunale di Trento ha affrontato il caso di una lavoratrice licenziata per giusta causa per essersi assentata dal posto di lavoro per rispettare l’obbligo di quarantena fiduciaria dopo essere rientrato da un periodo di ferie dall’estero.

In particolare, la dipendente si era recata all’estero nonostante fosse a conoscenza dei divieti e restrizioni imposti alla circolazione delle persone e ben sapendo che dopo il rientro in Italia sarebbe dovuta restare a casa per quarantena fiduciaria per almeno 14 giorni. La lavoratrice quindi, non rientrava in servizio, motivando l’assenza con la necessità di rispettare l'obbligo di quarantena fiduciaria, ma l’azienda contestava alla dipendente la scelta di essersi recata all’estero, nonostante fosse a conoscenza dei divieti e delle restrizioni esistenti in merito alla circolazione delle persone e, soprattutto, nonostante fosse a conoscenza del fatto che, a seguito del rientro da tale Paese, avrebbe dovuto rispettare un periodo di quarantena fiduciaria, il quale avrebbe inevitabilmente impedito la ripresa, per almeno 14 giorni, della prestazione lavorativa.

Sulla scorta di tali argomentazioni, veniva irrogato il licenziamento per giusta causa e la lavoratrice adiva il Tribunale Ordinario di Trento, in veste di giudice del lavoro, per sentirne pronunciare l’illegittimità. L’analisi del Tribunale, che ripercorre le argomentazioni dell’azienda, muove dalla circostanza che la dipendente, al momento della partenza per il Paese estero, fosse perfettamente consapevole che al suo rientro non avrebbe potuto riprendere immediatamente servizio, in quanto avrebbe dovuto seguire l’obbligo di restare in quarantena fiduciaria per chi rientrava dall'estero.

Con detta condotta negligente, la lavoratrice aveva pertanto autodeterminato la condizione di impossibilità di riprendere il lavoro alla fine delle ferie e la sua assenza doveva ritenersi priva di giustificazione, ben potendo la ricorrente evitare di trovarsi assoggettata all’obbligo di quarantena fiduciaria astenendosi dall’effettuare il viaggio in Albania durante il periodo feriale.

Parimenti, prosegue il Tribunale, tale interpretazione non può considerarsi limitativa del diritto di fruire liberamente del periodo di ferie previsto dalla legge, considerato che le esigenze di sanità pubblica hanno imposto a tutta la popolazione sacrifici ben più gravi, come la limitazione temporanea della libertà di movimento personale e del godimento di alcuni diritti civili.

In altre parole, il Tribunale, dettando in maniera chiara e ineccepibile le regole di condotta che devono essere seguite durante il periodo di emergenza sanitaria Covid-19, ha rilevato la sussistenza della giusta causa non solo nella prolungata assenza della lavoratrice, ma anche nella noncuranza con la quale la dipendente ha gestito l'intera vicenda, anteponendo i propri interessi personali a quelli dell'azienda.

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