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Studio sulla diffusione delle varianti di SARS-CoV-2
La Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute promuove una indagine rapida sulla diffusione delle varianti del Covid 19, coordinata dall’ Istituto Superiore di Sanità, ed alla quale sono chiamate a collaborare tutte le Regioni.
Angelo Cassoni, Ufficio Studi e statistiche
I primi, preoccupanti segnali di ripresa della pandemia, evidenziati dall’inversione di tendenza di una curva dei contagi che si mostrava ancora in discesa e posizionata sotto le mille unità fino alla prima settimana di luglio, hanno indotto il Ministero della Salute a promuovere una quick survey tesa a monitorare la diffusione delle varianti più pericolose del virus SARS-CoV-2 da effettuare in collaborazione con Regioni e PPAA.
La comunicazione con il lancio dell’iniziativa è partita dalla Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero ed è stata indirizzata, oltre che alle Regioni, anche ad altri enti dello Stato, società scientifiche, associazioni, ordini professionali, fino ai gestori dei servizi di trasporto.
L’indagine, il cui coordinamento scientifico è stato affidato all’Istituto Superiore di Sanità con il supporto della Fondazione Bruno Kessler, ha come obiettivo la valutazione della prevalenza di alcune varianti sul territorio italiano, a cominciare da quelle VOC (Variant Of Concern) sviluppatesi nel Regno Unito (Lineage B.1.1.7), in Brasile (P1) ed in Sud Africa (Lineage B.1.351).
La metodologia individuata, descritta in dettaglio nella nota tecnica allegata alla comunicazione, farà da guida alle Regioni per l’individuazione delle aree di raccolta dei campioni (notifiche di prime infezioni del 20 luglio 2021) da affidare ai laboratori incaricati per le analisi con sequenziamento genomico.
Nella nota vengono descritti in modo particolareggiato anche i criteri di definizione di una dimensione campionaria regionale che consenta di determinare, con i richiesti livelli di significatività statistica, una stima appropriata della prevalenza di alcune varianti nelle diverse aree del Paese. Le macroaree individuate sono il Nord-Ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia), il Nord-Est (Trentino - Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna), il Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio), Sud e Isole (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna). A ciascuna delle macroaree indicate, vengono assegnati valori di ampiezza campionaria atti ad individuare specifici dati di prevalenza delle varianti, collegati a prestabiliti livelli di precisione analitica.
Infine, per giungere ad una più puntuale articolazione territoriale, i riferimenti di ampiezza vengono declinati in ambito regionale sulla base della percentuale di casi Covid 19 notificati lo scorso 15 luglio rispetto al totale di casi notificati nelle macroaree di riferimento. Per consentire una tempestiva analisi sulla prevalenza delle varianti, il Ministero della Salute ha indicato il prossimo 29 luglio come termine di riferimento massimo per l’invio dei dati da parte delle Regioni.
Il documento è consultabile al link: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=81722&parte=1%20&serie=null