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Notizie dalla Liguria

La scomparsa del Presidente Gustavo Sciachì

Presidente nazionale Aiop dal 1985 al 2000

Lo scorso 25 marzo si è spento l’avvocato Gustavo Sciachì, presidente nazionale Aiop dal 1985 al 2000. Un lungo tratto di strada che rende evidente la grande stima e la fiducia che l’Associazione ha risposto nella sua persona. La sua presidenza ha attraversato il tratto più lungo dei 50 anni della storia dell’Aiop, incidendo profondamente sullo sviluppo dell’Associazione, portandola ad acquisire soprattutto maggiore credibilità e forza nel confronto con le istituzioni regionali e nazionali.

Vietato curarsi negli ospedali migliori

Intervista al Presidente nazionale, Gabriele Pelissero, pubblicata su Il Giornale

«Stiamo scivolando verso una situazione inaccettabile - lancia l'allarme Gabriele Pelissero, presidente dell'Aiop -. Invece di migliorare il livello medio nelle regioni che più zoppicano, si vogliono introdurre filtri e blocchi contro le realtà all' avanguardia. E in questo modo, senza che l' opinione pubblica sia stata informata, si toglierà a migliaia di pazienti il potere di scegliere i centri più evoluti. Penso alle migliaia di persone che oggi puntano a Nord per farsi impiantare una protesi all' anca o al ginocchio».

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Notizie Aiop Nazionale

Cittadini: "No alla limitazione della pubblicità sanitaria"
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Cittadini: "No alla limitazione della pubblicità sanitaria"

Comunicato stampa del 4 dicembre 2018

Un emendamento non pertinente rispetto ai temi della manovra finanziaria; ispirato da propositi configgenti rispetto all’attenzione e sensibilità, di Clinici e Istituzioni, nei confronti di un’informazione ai cittadini sempre maggiormente esaustiva; e, comunque, il ripristino di soluzioni già censurate nel 2014 dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, perché contrarie alla normativa nazionale e comunitaria”.
Così Barbara Cittadini, Presidente dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata, interviene sull’emendamento 41.018 alla manovra, che ha come obiettivo quello di limitare gli elementi di carattere promozionale delle comunicazioni delle strutture sanitarie private e degli iscritti agli Ordini delle professioni sanitarie.
Al di là delle valutazioni di natura giuridica – prosegue Barbara Cittadini – gli stessi lavori parlamentari fanno rilevare che un emendamento di questo tenore sancirebbe la volontà del sistema di non informare gli italiani, correttamente ed esaustivamente, rispetto all’offerta dei trattamenti sanitari. L’emendamento, infatti, inizialmente respinto in Commissione perché non coerente con la materia finanziaria, è stato riammesso in quanto ritenuto indirettamente legato all’oggetto della manovra. Se venisse approvato, pertanto, limiterebbe il diritto all’informazione, rispetto alla liberalizzazione, introdotta dalla normativa del 2006, e testimonierebbe la volontà del legislatore di negare un’informazione completa e una piena consapevolezza del paziente. L’emendamento, peraltro, interviene su una fattispecie, ossia quella inerente la comunicazione promozionale nell’ambito delle professioni sanitarie, sulla quale l’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato ha avuto modo di rilevare come ogni prescrizione restrittiva - quale è quella che si vuole introdurre - si ponga in contrasto con i principi comunitari in materia di concorrenza (provvedimento 25078 del 2014) limitando ingiustificatamente la promozione dei servizi offerti, ed in ordine alla quale il DPR 137/2012 ha già provveduto a dettare adeguate prescrizioni per tutelare gli interessi generali di protezione dei consumatori e di sanità pubblica, stabilendo che l’attività di promozione sia ‘funzionale all'oggetto, veritiera e corretta, non deve violare l'obbligo del segreto professionale e non dev'essere equivoca, ingannevole o denigratoria’ (art. 4, comma 2).
L’emendamento in parola, dunque, oltre a porsi in contrasto con i principi comunitari in materia di concorrenza, introduce una disciplina che in parte risulta ridondante rispetto al quadro normativo già vigente, e in parte confligge gravemente con lo stesso, laddove pretende di vietare qualsiasi comunicazione di carattere promozionale in ambito sanitario. In tal senso
– conclude Barbara Cittadini – non possiamo che osservare come l’attuale quadro normativo risulti di per sé adeguato a garantire la trasparenza e veridicità delle informazioni e delle comunicazioni, anche promozionali, operate in favore dei pazienti, senza pregiudicare tuttavia il legittimo diritto degli operatori sanitari a informare gli utenti in ordine alle prestazioni offerte."
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