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Indagine Anmdo. Il 90% delle strutture sanitarie è dotata di un’offerta vaccinale
Importante il contributo delle strutture private anche all'attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. È quanto emerge della ricerca “Indagine sulla vaccinazione nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali” promossa dal gruppo di lavoro vaccinazioni dall’Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (Anmdo).
Il 90% delle strutture è dotata di un’offerta vaccinale, attiva solo in determinati periodi dell’anno e dedicata prevalentemente al personale medico e sanitario.
Questo il risultato della ricerca “Indagine sulla vaccinazione nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali” promossa dal gruppo di lavoro vaccinazioni dall’Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (Anmdo).
La ricerca è stata condotta con l'intento di verificare lo stato di attuazione del Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, documento strategico elaborato con l’obiettivo di guidare le politiche e le azioni relative alla vaccinazione, fornire linee guida dettagliate per la promozione della vaccinazione, la distribuzione dei vaccini, la sorveglianza delle malattie, la formazione del personale sanitario e altre attività a queste correlate. Il sondaggio è stato inviato alle direzioni mediche ospedaliere di strutture pubbliche, private accreditate e non accreditate. Importante il contributo delle strutture private con il 56% di risposte, il 90% delle quali da accreditati, e il restante 44% da pubbliche.
Dai dati raccolti risulta che in 232 strutture è presente una offerta vaccinale, ovvero il 92.1% del totale, e solo nel 7,9% delle strutture non è presente alcuna offerta vaccinale. Nel 67% delle strutture è presente un’offerta vaccinale diffusa attuata mediante un ambulatorio vaccinale attivo solo in alcuni periodi dell’anno, mentre solo il 13% dichiara di avere un ambulatorio attivo tutto l’anno. Per quanto riguarda i destinatari, dai dati raccolti emerge che in tutte le strutture nelle quali è presente offerta vaccinale questa è erogata in primis al personale sanitario dipendente. Nell’ 81% di queste strutture l’offerta viene poi estesa anche al personale dipendente non sanitario (es. tecnici, amministrativi), nel 64% dei casi l’esten- sione riguarda anche il personale non dipendente operante presso la struttura (es. cooperative, ser- vizi esterni ecc.), nel 62% dei casi infine, l’offerta viene estesa anche ai degenti ricoverati. Solo il 13% delle strutture che hanno offerta vaccinale dedicata al personale sanitario estende tale offerta fino ai caregiver.
E proprio per il reclutamento dei soggetti eleggibili per l’offerta vaccinale, un aspetto cruciale è rappresentato dalla formazione e dalla sensibilizzazione del personale sanitario, come previsto dal PNPV 2023-2025. La ricerca ha evidenziato come questo avvenga nel 46% delle strutture ospedaliere.
Tra le best practice emerse dal sondaggio, poi, si evidenzia la presenza di un sistema di monitoraggio delle coperture vaccinali negli operatori sanitari. Entrando nel merito delle coperture vaccinali e in particolare prendendo in considerazione la vaccinazione antinfluenzale circa la metà delle strutture dichiara una copertura vaccinale compresa tra il 20 e il 40%, mentre nel 30% dei casi è inferiore al 20%. Le coperture riportate non raggiungono l’obiettivo minimo perseguibile del 75%, né il target ottimale del 95% (Circolare Ministeriale 2023-2024) ma sono in linea con i dati europei che, stando all’ultimo monitoraggio Ecdc in Europa le coperture per il vaccino antinfluenzale degli operatori sanitari. si colloca intorno ad una mediana del 52%.